Fabrizio Frizzi: si racconta e parla per la prima volta del malore che lo ha colpito

Fabrizio Frizzi, a pochi giorni del suo compleanno, ha deciso di rilasciare un’intervista al Corriere della Sera. Il conduttore, Fabrizio Frizzi, lo scorso 23 ottobre, è stato colpito da un malore ed è stato trasportato all’ospedale. Ora, nonostante le preoccupazioni Fabrizio Frizzi è tornato in tv a condurre il programma televisivo l’Eredità in onda su Rai 1.

Le dichiarazioni di Fabrizio Frizzi.

Fabrizio Frizzi ha raccontato: «Fino al 23 ottobre scorso, giorno in cui sono stato colpito dall’ischemia, pensavo ai miei 60 anni come a un’età ideale, in cui sei maturo, puoi fare le scelte giuste, pur sentendoti ancora fresco e giovanile. Dopo il 23, la visuale è leggermente cambiata: a questa età si entra in un imbuto che restringe l’orizzonte, vedi la vita assottigliarsi ammesso che la vita continui, si fanno valutazioni importanti sul vivere i rapporti che contano, non disperdi più il tempo, si privilegiano le cose fondamentali. Sì, è un bel traguardo, tuttavia continuo a essere un entusiasta e non rinuncio a sperare di riprendere un’esistenza piena di forza, anche se con le gambe un po’ fiaccate».

Fabrizio Frizzi ha parlato della figlia.

A proposito della figlia Stella, Fabrizio Frizzi ha dichiarato che: «Diventare padre in età avanzata, come è accaduto a me, è stata una scelta d’amore e non un atto di egoismo: avendo una compagna tanto più giovane di me, so che Stella è comunque in buone mani e ciò mi fa sentire meglio rispetto alle preoccupazioni legate alla mia anagrafe. Lotto per continuare a veder crescere la mia creatura, per esserle d’aiuto e un punto di riferimento. Ogni giorno giochiamo insieme, è il suo modo di sorreggermi, mi dà l’energia per continuare a combattere. E se uscirò vincitore da questa vicenda, mi dedicherò maggiormente a fare il testimonial per la ricerca scientifica». Poi, alla domanda: «Questa brutta avventura la fa sentire più vicino alla gente?» Frizzi ha risposto: «Ho avuto spesso la fortuna di essere molto vicino alla gente: a 40 anni ho avuto il privilegio di poter donare midollo osseo a una persona salvandogli la vita. E quando a ottobre mi sono trovato in ospedale con tanti malati, ho avuto la fortuna di sentirmi confortato dal loro affetto, mi hanno fatto forza».

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