Riforma pensioni 2018: il cumulo gratuito, opzione donna, lavoro di cura, legge Fornero

Riforma delle pensioni 2018, le ultime novità sul cumulo gratuito dei contributi. In una nota il segretario confederale Uil, Domenico Proietti, ha rilanciato la necessità di proseguire nell’opera di riforma delle pensioni sin qui realizzata con l’avvio della fase 3 sulla previdenza: “Centinaia di migliaia di italiani potranno finalmente ricongiungere gratuitamente ai fini pensionistici i contributi maturati in casse diverse, così che nessun contributo versato dai lavoratori andrà perso. Questo intervento, che pone fine ad una profonda ingiustizia, è uno dei grandi risultati dell’iniziativa e della mobilitazione della Uil, della Cisl e della Cgil, che insieme a misure come l’ape sociale, l’anticipo pensionistico per i precoci, la quattordicesima e l’estensione della no tax area per i pensionati hanno reintrodotto elementi di equità nel sistema previdenziale. All’inizio della prossima legislatura sarà necessario avviare la fase 3 sulla previdenza per continuare a cambiare la legge Fornero.”

Cumulo gratuito dei contributi le ultime news. 

Raggiunta appunto l’intesa, sul cumulo gratuito dei contributi versati in diverse gestioni, fra l’Inps e l’Adepp (Associazione delle Casse di previdenza dei professionisti) su una convenzione che definisce il sistema operativo dello strumento, consentito dalla Legge di Bilancio per il 2017 e, di fatto, in stallo da 13 mesi. Hanno annunciato l’accordo il presidente dell’Inps Tito Boeri e quello dell’Adepp Alberto Oliveti. Il testo prevede che la domanda per accedere alla pensione di vecchiaia in cumulo andrà presentata all’Ente, o alla Cassa di ultima iscrizione, che provvederà ad inserire la data in cui verranno raggiunti i requisiti anagrafici più elevati rispetto alla cosiddetta legge Fornero o, laddove risulti essere di ultima iscrizione alla Cassa, gli “ulteriori eventuali requisiti diversi da quelli dell’età e dell’anzianità contributiva”.

Dopo l’accordo sul testo, occorrerà che l’Inps sottoscriva la convenzione con ogni singolo Ente, e che l’Istituto rilasci la nuova procedura automatizzata, che costituirà la piattaforma informatica comune per la gestione di queste prestazioni in cumulo. Sui tempi di realizzazione, Boeri è stato chiaro: “Ci vorranno una decina di giorni”. Soddisfatto Oliveti: “Aspettiamo la procedura sia completa per pagare le pensioni in tempi brevi”, ha detto.

Cumulo gratuito, Opzione donna, lavoro di cura: le news del CODS.

Intanto, il Comitato Opzione Donna Social dalla pagina Facebook del gruppo rilancia, attraverso le parole della sua amministratrice Orietta Armiliato, la battaglia per il cumulo gratuito per le lavoratrici tagliate fuori dalla misura Opzione donna ed il riconoscimento del lavoro di cura: «A seguito delle molte richieste di chiarimento da parte delle iscritte, confermo che il CODS non ha alcuna intenzione di lasciar cadere il discorso del Cumulo gratuito dei contributi anche per quelle categorie di lavoratrici (donne con 35 anni di contribuzione mista e/o esodate) oggi ingiustamente tagliate fuori dalla possibilità di accedere alla misura dell’Opzione Donna poiché la palese iniquità di questa esclusione, grida vendetta e la grida forte e non permetteremo che rimanga inascoltata.

Così, come continueremo a portare avanti il fondamentale principio che deve veder riconosciuto e valorizzato “il lavoro di cura” che noi donne svolgiamo a beneficio di tutti salvo noi stesse ma, per ora, dobbiamo rimanere in attesa di conoscere i nostri interlocutori. Purtroppo, da come stanno andando le cose, credo che prima di scambiarci “convenevoli” con loro, trascorrerà ancora un periodo che non penso si possa definire breve.In ogni caso…seguiamo, documentiamoci e prepariamoci per essere più che pronte a sostenere le nostre importanti istanze, alla ripresa dei lavori. #ledonnesonoincredito», conclude la Armiliato.

Pensioni, lo studio di Itinerari previdenziali.

Sul fronte pensioni, molto interessante è il rapporto sul bilancio del sistema previdenziale curato dal Centro studi e ricerche “Itinerari previdenziali“. Calcolando gli assegni previdenziali e quelli assistenziali, cresce ancora la relazione tra “prestazioni in pagamento e popolazione, che raggiunge 2,638 – afferma lo studio -, con una prestazione ogni 2,638 abitanti, in pratica una per famiglia”.”Ciò indica l’elevato numero di prestazioni in pagamento, spesso meramente assistenziali, e quanto siano sensibili i cittadini all’argomento pensioni”, si legge ancora nel documento. La ricerca ricorda inoltre come tra i 16,1 milioni di pensionati italiani “più di 8 milioni”, quindi la metà, siano “totalmente o parzialmente assistiti dallo Stato”.

Sul piano del welfare, il nostro Paese “batte” la Svezia, considerata la “prima delle classe”: la spesa nel 2016 per previdenza, assistenza e sanità ha superato infatti il 57% delle entrate. “Per il 2016 – si legge nel report – su 830 miliardi di spesa pubblica totale, per sanità, pensioni e assistenza abbiamo speso 452 miliardi, pari al 54,4% del totale e di cui circa 40 a debito. Se calcoliamo tale spesa sulle entrate, l’incidenza aumenta al 57,32%, un valore più alto di quello raggiunto” dal Paese nordico. Enorme evasione fiscale e contributiva –

Analizzando i dati, viene fuori che “i dipendenti pubblici, che rappresentano circa il 17% del totale dei pensionati, pagano circa un terzo di tutte le tasse“. Da qui i ricercatori affermando che, “considerando che i redditi dei pubblici dipendenti sono simili a quelli del settore privato, emerge l’enorme evasione fiscale e contributiva di molti settori che ha determinato pensioni basse”. I calcoli evidenziano in sostanza che “l’intero onere fiscale sulle pensioni grava sul 20% dei pensionati” e “in gran parte su quei 1,4 milioni di pensionati che hanno pensioni sopra i tremila euro lordi al mese“. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.

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