Papa Francesco, l’Angelus di oggi domenica 25 febbraio 2018, la trasfigurazione di Gesù

L’Angelus di oggi domenica 25 febbraio 2018 di Papa Francesco ed il collegamento con A sua immagine. Come di consueto ogni domenica, Papa Francesco ha celebrato l’Angelus in Piazza San Pietro, trasmesso in diretta su Rai 1 all’interno del programma A sua immagine. Nella puntata odierna si parlerà del digiuno, una pratica tanto antica quanto diffusa anche nella società contemporanea, soprattutto in Quaresima. Lorena Bianchetti affronterà il tema del digiuno con padre Giulio Albanese, missionario comboniano e Dino Impagliazzo, lo chef dei senza tetto, un pensionato che ha aperto una cucina per strada per dare da mangiare ai bisognosi.

La speciale giornata di preghiera e digiuno per la pace voluta da Papa Francesco.

Il digiuno come preghiera, quindi, ma anche come rinuncia per “sfamare” gli “affamati”. Il digiuno come mezzo per invocare la Pace. Papa Francesco ha voluto la speciale giornata di preghiera e digiuno proprio per la pace, da offrire in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan. A Sua Immagine propone anche la testimonianza di chi digiuna e scende tra i poveri per condividere la loro sofferenza e per scacciare il demone dell’indifferenza, come ha fatto di recente fratel Biagio a Palermo. E quelle dei monaci trappisti, che vivono in contemplazione e preghiera il digiuno.

Il collegamento in diretta su Rai 1 per l’Angelus di oggi domenica 25 febbraio 2018 celebrato da Papa Francesco.

Alle 10.55 la linea passerà alla Santa Messa, come sempre in onda in diretta su Rai1. La celebrazione eucaristica di questa settimana verrà trasmessa dalla Chiesa Maria SS. Annunziata in Partinico (PA), la regia della ripresa televisiva sarà di Antonio Ammirati, mentre il commento sarà di Elena Bolasco. Alle 12.00, come ogni domenica, il consueto Angelus recitato da Papa Francesco in piazza San Pietro.

Ci spiega il Pontefice nell’Angelus di oggi domenica 25 febbraio 2018: “Il Vangelo di oggi, seconda domenica di Quaresima, ci invita a contemplare la trasfigurazione di Gesù. Questo episodio va collegato a quanto era accaduto sei giorni prima, quando Gesù aveva svelato ai suoi discepoli che a Gerusalemme avrebbe dovuto «soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere». Questo annuncio aveva messo in crisi Pietro e tutto il gruppo dei discepoli, che respingevano l’idea che Gesù venisse rifiutato dai capi del popolo e poi ucciso. Loro infatti attendevano un Messia potente, forte, dominatore, invece Gesù si presenta come umile, come mite, servo di Dio, servo degli uomini, che dovrà donare la sua vita in sacrificio, passando attraverso la via della persecuzione, della sofferenza e della morte. Ma come poter seguire un Maestro e Messia la cui vicenda terrena si sarebbe conclusa in quel modo? Così pensavano loro. E la risposta arriva proprio dalla trasfigurazione. Che cos’è la trasfigurazione di Gesù? E’ un’apparizione pasquale anticipata”.

Il significato profondo della trasfigurazione di Gesù.

Prosegue Papa Francesco nell’Angelus di oggi domenica 25 febbraio 2018:”Gesù prese con sé i tre discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni e «li condusse su un alto monte»; e là, per un momento, mostra loro la sua gloria, gloria di Figlio di Dio. Questo evento della trasfigurazione permette così ai discepoli di affrontare la passione di Gesù in modo positivo, senza essere travolti. Lo hanno visto come sarà dopo la passione, glorioso. E così Gesù li prepara alla prova. La trasfigurazione aiuta i discepoli, e anche noi, a capire che la passione di Cristo è un mistero di sofferenza, ma è soprattutto un dono di amore, di amore infinito da parte di Gesù.

L’evento di Gesù che si trasfigura sul monte ci fa comprendere meglio anche la sua risurrezione. Per capire il mistero della croce è necessario sapere in anticipo che Colui che soffre e che è glorificato non è solamente un uomo, ma è il Figlio di Dio, che con il suo amore fedele fino alla morte ci ha salvati. Il Padre rinnova così la sua dichiarazione messianica sul Figlio, già fatta sulle rive del Giordano dopo il battesimo, ed esorta: «Ascoltatelo!». I discepoli sono chiamati a seguire il Maestro con fiducia, con speranza, nonostante la sua morte; la divinità di Gesù deve manifestarsi proprio sulla croce, proprio nel suo morire «in quel modo», tanto che l’evangelista Marco pone sulla bocca del centurione la professione di fede: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!». Ci rivolgiamo ora in preghiera alla Vergine Maria, la creatura umana trasfigurata interiormente dalla grazia di Cristo. Ci affidiamo fiduciosi al suo materno aiuto per proseguire con fede e generosità il cammino della Quaresima“, conclude il Pontefice.

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