Amnistia, carceri, elezioni politiche, riforma ordinamento penitenziario: le news ad oggi 6 marzo 2018

In un articolo pubblicato pochi giorni fa su Il Manifesto, si è sottolineato nel giorno delle elezioni il carcere si sia confermato un’istituzione dove i diritti sono sempre a rischio. Il numero di detenuti che ha chiesto di poter votare in alcuni penitenziari, per esempio a Roma, è stato superiore rispetto al passato, ma solo raramente c’è stata un'”affluenza” record, a causa delle limitazioni imposte dalle leggi penali e dalla complicata procedura delle operazioni di voto in cella. A riferirlo i Garanti delle persone detenute – comunali, metropolitani, provinciali e regionali – che domenica sono entrati in circa 30 dei 190 istituti penitenziari per monitorare le operazioni di voto.

Carceri, elezioni politiche, riforma ordinamento penitenziario: le prime dichiarazioni di Stefano Anastasia.

Stefano Anastasia, garante regionale del Lazio ha così spiegato: “Per noi l’occasione elettorale e la presenza in carcere ha avuto un duplice scopo: il monitoraggio di un momento delicato della democrazia in un ambiente difficile e la denuncia di una anacronistica legislazione che limita eccessivamente il diritto di voto dei detenuti (praticamente non possono usufruirne la generalità dei condannati con pene superiori a tre anni). E la richiesta al governo di portare a compimento la prima parte del processo di riforma generato dagli Stati generali dell’esecuzione penale, approvando in via definitiva il primo decreto legislativo già sottoposto all’esame delle Camere e delle Regioni”.

Anastasia racconta che a Regina Coeli “erano iscritti al voto 140 detenuti”, cui via via se ne aggiungevano altri. Un numero altissimo se si tiene conto che gli italiani a Regina Coeli ad oggi sono 442 su 943 e alcuni di loro hanno l’interdizione dai pubblici uffici, e quindi dal voto. Alle politiche del 2013, in tutta Italia, i votanti sono stati 3426, circa il 10% degli aventi diritto. Qui siamo ben oltre il 25%”.

I dati di affluenza in Campania ed in Toscana.

In Campania sono stati solo 120 i detenuti che hanno votato, secondo il garante regionale Samuele Ciambriello che aggiunge: “Colpisce che in tre carceri (Pozzuoli, Vallo della Lucania e Santa Maria Capua Vetere) non ci sia stata alcuna richiesta di esercitare il diritto di voto. Negli altri istituti i votanti sono al disotto di 10 unità“. Di contro, in un carcere come quello di Sollicciano, a Firenze, i votanti sono stati 23, in maggioranza donne, come alle scorse elezioni, riferisce il garante della Toscana, Franco Corleone. Qui puoi trovare tutte le ultime news su amnistia, indulto e carceri.

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