Papa Francesco, Udienza Generale di oggi 7 marzo 2018: il senso della preghiera eucaristica

Udienza generale di Papa Francesco del mercoledì. Si è tenuta oggi, 7 marzo 2018 alle ore 10, la tradizionale Udienza Generale di Papa Francesco. Nel corso dell’appuntamento del mercoledì il Santo Padre sta proseguendo la catechesi sulla Santa Messa. Nell‘ultima Udienza Generale l’argomento trattato è stato quello della Liturgia eucaristica: “In essa, attraverso i santi segni, la Chiesa rende continuamente presente il Sacrificio della nuova alleanza sigillata da Gesù sull’altare della Croce”, ha spiegato il Santo Padre. In attesa di raccontare il tema della catechesi di oggi, approfondiamo il senso del perdono, tema della meditazione mattutina di Papa Francesco, tenutasi ieri nella cappella della Domus Sanctae Marthae.

Papa Francesco: Meditazione  mattutina nella cappella della Domus Sanctae Marthae.

“Purtroppo” ed “a patto che”: con queste due espressioni Papa Francesco ha spiegato cosa è e come si vive davvero e fino in fondo il perdono. Nella messa celebrata martedì mattina 6 marzo a Santa Marta, il Pontefice ha suggerito di non aver vergogna ad accusare se stessi di essere “purtroppo” peccatori. E ha ricordato che il Signore è sempre pronto a perdonarci “a patto che”noi perdoniamo gli altri.

“Accusare se stessi è parte della saggezza cristiana” ha spiegato il Papa. Certo non è saggezza cristiana “accusare gli altri”. Bisogna invece accusare “se stessi” e affermare: “io ho peccato”. E “quando noi ci accostiamo al sacramento della penitenza”, ha suggerito Papa Francesco, bisogna “avere questo in mente: Dio grande che ci ha dato tante cose e purtroppo io ho peccato, io ho offeso il Signore e chiedo salvezza”. Ma “se io vado al sacramento della confessione, della penitenza, e incomincio a parlare dei peccati altrui, non so cosa cerco” ha affermato il Papa: sicuramente “non cerco il perdono”. Piuttosto “cerco di giustificarmi e nessuno può giustificare se stesso, soltanto Dio ci giustifica”.

Udienza generale di oggi 7 marzo 2018: la Preghiera eucaristica

Nell’Udienza generale di oggi, mercoledì 7 marzo 2018, il Santo Padre si è soffermato sulla Preghiera eucaristica. “Concluso il rito della presentazione del pane e del vino, ha inizio la Preghiera eucaristica, che qualifica la celebrazione della Messa e ne costituisce il momento centrale, ordinato alla santa Comunione. Corrisponde a quanto Gesù stesso fece, a tavola con gli Apostoli nell’Ultima Cena, allorché rese grazie sul pane e poi sul calice del vino: il suo ringraziamento rivive in ogni nostra Eucaristia, associandoci al suo sacrificio di salvezza”, ha affermato Papa Francesco.

“E in questa solenne Preghiera – la Preghiera eucaristica è solenne – la Chiesa esprime ciò che essa compie quando celebra l’Eucaristia e il motivo per cui la celebra, ossia fare comunione con Cristo realmente presente nel pane e nel vino consacrati. Dopo aver invitato il popolo a innalzare i cuori al Signore e a rendergli grazie, il sacerdote pronuncia la Preghiera ad alta voce, a nome di tutti i presenti, rivolgendosi al Padre per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo. Il significato di questa Preghiera è che tutta l’assemblea dei fedeli si unisca con Cristo nel magnificare le grandi opere di Dio e nell’offrire il sacrificio.  E per unirsi deve capire. Per questo, la Chiesa ha voluto celebrare la Messa nella lingua che la gente capisce, affinché ciascuno possa unirsi a questa lode e a questa grande preghiera con il sacerdote. In verità, il sacrificio di Cristo e il sacrificio dell’Eucaristia sono un unico sacrificio”, ha aggiunto.

“Vi è poi l’invocazione dello Spirito affinché con la sua potenza consacri il pane e il vino. Invochiamo lo Spirito perché venga e nel pane e nel vino ci sia Gesù. L’azione dello Spirito Santo e l’efficacia delle stesse parole di Cristo proferite dal sacerdote, rendono realmente presente, sotto le specie del pane e del vino, il suo Corpo e il suo Sangue, il suo sacrificio offerto sulla croce una volta per tutte . Gesù in questo è stato chiarissimo.

Abbiamo sentito come San Paolo all’inizio racconta le parole di Gesù: “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”. “Questo è il mio sangue, questo è il mio corpo”. È Gesù stesso che ha detto questo. Noi non dobbiamo fare pensieri strani: “Ma, come mai una cosa che …”. È il corpo di Gesù; è finita lì! La fede: ci viene in aiuto la fede; con un atto di fede crediamo che è il corpo e il sangue di Gesù. E’ il «mistero della fede», come noi diciamo dopo la consacrazione. Il sacerdote dice: “Mistero della fede” e noi rispondiamo con un’acclamazione. Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del Signore, nell’attesa del suo ritorno glorioso, la Chiesa offre al Padre il sacrificio che riconcilia cielo e terra: offre il sacrificio pasquale di Cristo offrendosi con Lui e chiedendo, in virtù dello Spirito Santo, di diventare «in Cristo un solo corpo e un solo spirito»  La Chiesa vuole unirci a Cristo e diventare con il Signore un solo corpo e un solo spirito. E’ questa la grazia e il frutto della Comunione sacramentale: ci nutriamo del Corpo di Cristo per diventare, noi che ne mangiamo, il suo Corpo vivente oggi nel mondo.

“La Preghiera eucaristica chiede a Dio di raccogliere tutti i suoi figli nella perfezione dell’amore, in unione con il Papa e il Vescovo, menzionati per nome, segno che celebriamo in comunione con la Chiesa universale e con la Chiesa particolare. La supplica, come l’offerta, è presentata a Dio per tutti i membri della Chiesa, vivi e defunti, in attesa della beata speranza di condividere l’eredità eterna del cielo, con la Vergine Maria. Nessuno e niente è dimenticato nella Preghiera eucaristica, ma ogni cosa è ricondotta a Dio, come ricorda la dossologia che la conclude.

Questa formula codificata di preghiera, forse possiamo sentirla un po’ lontana – è vero, è una formula antica – ma, se ne comprendiamo bene il significato, allora sicuramente parteciperemo meglio. Essa infatti esprime tutto ciò che compiamo nella celebrazione eucaristica; e inoltre ci insegna a coltivare tre atteggiamenti che non dovrebbero mai mancare nei discepoli di Gesù. I tre atteggiamenti: primo, imparare a “rendere grazie, sempre e in ogni luogo”, e non solo in certe occasioni, quando tutto va bene; secondo, fare della nostra vita un dono d’amore, libero e gratuito; terzo, costruire la concreta comunione, nella Chiesa e con tutti. Dunque, questa Preghiera centrale della Messa ci educa, a poco a poco, a fare di tutta la nostra vita una “eucaristia”, cioè un’azione di grazie”, ha concluso Papa Francesco.

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