Carceri e riforma ordinamento penitenziario, le news: approvato il testo della riforma

Riforma dell’ordinamento penitenziario, le ultime news ad oggi, 17 marzo 2018: via libera del Consiglio dei ministri alla riforma. Oggi si è tenuta una riunione del Consiglio dei ministri, e, quando ormai le speranze erano diventate sempre più esigue, è stata approvata la riforma dell’ordinamento penitenziario. Ad annunciarlo è stato il Ministro della Giustizia Andrea Orlando. Il testo della riforma ora dovrà tornare alle commissioni parlamentari per l’ultimo via libera.

La riforma amplierà l’accesso a misure alternative al carcere, ma non si tratta di una riforma “svuotacarceri”, come ha spiegato Orlando: le misure alternative non verranno concesse indistintamente a tutti, ma solo a chi si è macchiato di alcuni tipi di reati (non possono accedere a tali misure chi sta scontando pene per reati legati alla mafia e al terrorismo) ed inoltre verrà valutato il comportamento del singolo detenuto.

I pareri contrari di Salvini e Gasparri sulla riforma.

“Da domani non uscirà nessuno dal carcere, da domani un giudice potrà valutare il comportamento del detenuto e ammetterlo a misure che gli consentono di restituire qualcosa di quello che ha tolto alla società”, ha spiegato il Ministro Orlando. Non è dello stesso parere Matteo Salvini, che ha parlato di riforma “salva – ladri”, così come Maurizio Gasparri, che ha parlato di decreto a favore di chi ha sbagliato e contro gli agenti di polizia penitenziaria.

Orlando: “La riforma dell’ordinamento penitenziario contribuirà ad abbassare i livelli di recidiva”.

La riforma, secondo Orlando, contribuirà ad abbassare il livello di recidiva, che è ancora tra i più alti in Europa: secondo alcune statistiche, chi sconta tutta la pena in carcere ha un rischio di recidiva pari al 60,4%, mentre chi ha avuto accesso a misure alternative ha un rischio di recidiva di appena il 19%. Quest’ultima percentuale si abbassa fino ad arrivare all’1% per chi ha avuto accesso ai circuiti produttivi. Il via libera del Consiglio dei ministri è il primo passo: adesso il testo della riforma potrebbe passare, come spiega Orlando, ad una commissione speciale che provvederà ad esaminare i provvedimenti urgenti.

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