Riforma delle pensioni 2018: ultime novità sulla proroga di Opzione donna

Il Movimento Opzione Donna ha intrapreso una nuova iniziativa a sostegno della proroga di Opzione donna, scrivendo una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed “a tutte le Forze politiche dell’arco parlamentare a vario titolo coinvolte nella ricerca dell’equilibrio governativo”, allo scopo di superare l’attuale fase di stallo ed ottenere che la misura di Opzione venga prorogata e successivamente stabilizzata.

“Ci rivolgiamo a Tutti Voi, certe di essere ascoltate, appellandoci al dovere di responsabilità cui siete chiamati in questo delicato e determinante momento nel quale sono in atto le consultazioni per giungere ad un accordo politico/interpartitico che ci auguriamo porti presto alla formazione del nuovo governo per il nostro Paese”, scrive il Movimento Opzione Donna.

“Siamo il MOVIMENTO OPZIONE DONNA, nato il 25 novembre 2016 dall’esigenza di dar voce alle Donne che desiderano e sperano che sia prorogata e stabilizzata la misura pensionistica c.d. “Opzione Donna”, più giusta ed adeguata ai bisogni e alle aspettative femminili immaginate e coltivate nel corso della propria vita per un futuro cui la legge Fornero, in soli quindici giorni, ha inteso mettere la parola fine. L’esigenza di flessibilità nell’accesso delle donne alla pensione trova tutt’oggi nella proroga e nella stabilizzazione di Opzione Donna valida ed immediata risposta“, ha sottolineato il gruppo nato in rete.

Proroga di Opzione donna: la lettera-appello del Movimento Opzione Donna.

Le amministratrici del Movimento Opzione Donna, Lucia Rispoli e Teresa Ginetta Caiazzo, hanno precisato:”Il nostro Movimento rappresenta soltanto uno dei gruppi impegnati su tale tematica e le Donne che combattono la nostra battaglia sui social sono ormai più di 20.000, oltre alle altre migliaia che non hanno possibilità di accesso al web.

Molti fra Voi hanno forse già ricevuto un precedente nostro appello, inviato sotto forma di lettera nel 2016 e nel 2017, con cui sollecitammo il reinserimento nell’agenda politica di “Opzione Donna”, a partire dall’urgente ed indispensabile approvazione della relativa Proroga al 2018, proprio in quanto ”facoltà” attribuita dal legislatore alle Donne fin dal 2004 con la legge 243, rimasta unica misura di flessibilità esistente nell’accesso anticipato alla pensione per le migliaia di lavoratrici di 57/58 anni di età e 35 anni di contributi.

Esse, contro ogni loro legittima aspettativa e contro lo stesso dettato normativo che prevede la proroga della misura o il ricorso a misure analoghe, ne sono rimaste ingiustamente private senz’alcuna alternativa, prima con la manovra di bilancio 2017 e poi con la recente manovra del 2018″.

“I nostri appelli e la nostra costante battaglia hanno però finalmente raggiunto un primo risultato: abbiamo preso atto con soddisfazione che la Proroga di Opzione Donna è stata inserita nel Programma politico del Movimento 5 Stelle e nei programmi di alcuni partiti della Sinistra e della Destra redatti per le recenti elezioni. Un nuovo corso per Opzione Donna è stato dunque finalmente annunciato, riaprendo alla speranza un universo femminile volutamente dimenticato “nell’ultimo biennio”, hanno aggiunto.

“Vogliamo ora sottolineare”, hanno proseguito Rispoli e Caiazzo, “l’urgenza che il varo di questo provvedimento assume per la consistente platea di migliaia di Donne cui è rivolta, per la quale esso costituisce già l’UNICA e già l’ATTESA soluzione al problema pensionistico da OLTRE TRE ANNI. Nel contempo intendiamo evidenziare il generale bisogno e l’improrogabilità di provvedimenti per le Donne in Italia che non possono più essere ancora una volta accantonati o cancellati a causa del permanere di infausti equilibrismi politici e per il configurarsi di uno scenario “a tempo” per il Governo del nostro Paese. E’ urgente provvedere ad una riforma del sistema previdenziale restituendo un accesso pensionistico dignitoso e “a misura di Donna”, che contempli cioè la flessibilità, attuando contemporaneamente la suddivisione della spesa pensioni/assistenza”. 

Altre ipotesi di flessibilità non sono rispondenti ai bisogni della donne, per il Movimento Opzione Donna: “Questo atteso lavoro di revisione complessivo della materia pensionistica viene al momento differito e vengono avanzate ipotesi nuove (quota 100 e 41 anni contributivi ) da esponenti delle diverse aree politiche. Non si affronta invece il tema della Proroga di Opzione Donna, che è l’unica misura già esistente rispondente ai bisogni delle Donne le quali, com’è ben noto, non sono in grado di raggiungere i requisiti proposti dalle nuove ipotesi formulate”, hanno ribadito le amministratrici Rispoli e Caiazzo, ribadendo che “Opzione Donna non è una nuova ipotesi da definire”.

Il Movimento Opzione Donna ha sottolineato: “Restano infatti in essere, oggi come ieri, le ragioni e condizioni della Proroga di opzione Donna: il bisogno delle migliaia di donne potenziali optanti che si sono viste negare inderogabilmente ed immotivatamente questa possibilità di scelta;  la sostenibilità economica di OD per l’ effettiva sussistenza di risorse iniziali e di successivi risparmi per i quali però non è stato volutamente creato uno specifico fondo (così come invece richiesto dalla norma) perché potessero essere sottratti alla loro legittima destinazione ed impiegati diversamente. Il governo passato ha dunque operato lontano dagli occhi delle Donne e lontano dal loro reale e urgente bisogno, tradendole; la contagiosità di Opzione Donna per lo Stato, con guadagni accertati per le pubbliche casse di oltre 24 miliardi in quindici anni.”

Le amministratrici del Movimento hanno concluso la lettera con un appello: “Ci rivolgiamo infine a Voi Tutti “responsabili” chiedendovi di assumere l’impegno di varare con urgenza la Proroga di Opzione Donna. L’approvazione nell’immediato della Proroga Opzione Donna al 2018 rappresenta ad oggi l’unico atto politico in grado di correggere le sottovalutazioni e gli errori compiuti a danno delle donne in ambito pensionistico nell’ultimo biennio e nel contempo risolvere la problematica di migliaia di donne di 57/58 anni con 35 anni di contributi, disposte ad accettare il calcolo contributivo con rilevanti risparmi per lo Stato, alle quali è stato impedito, prima dalla legge di bilancio 2017, poi con quella del 2018, di avvalersi dell’unica forma di flessibilità nell’accesso alla pensione per esse prevista”. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.

Informazioni sull'autore