Riforma delle pensioni 2018. Necessari interventi per gli esodati ed il riconoscimento dei lavori di cura

La chiusura definitiva di Matteo Renzi ad un’intesa di governo tra il M5S e Pd, manifestata ieri sera nel corso dell’intervista a “Che tempo che fa”, ha reso sempre più attendibile l’ipotesi di un ritorno alle urne per nuove elezioni. “Siamo seri: chi ha perso le elezioni non può andare al governo”, ha dichiarato l’ex premier, mostrando in maniera netta la posizione che assumerà nella Direzione del Pd del 3 maggio.

Una nuova legge elettorale e nuove elezioni? Il tempo per la realizzazione delle auspicate riforme in materia previdenziale sembra dilatarsi in maniera indefinita. La riforma delle pensioni 2018 è in alto mare e gli interventi sui temi previdenziali rimangono ancora in fase di stallo.

Riforma delle pensioni 2018: continua la battaglia per la nona salvaguardia.

Con il perdurare dell’incertezza sulla formazione del nuovo governo, continua l’attesa indeterminata di quanti attendono la risoluzione definitiva dell’annosa vicenda degli esodati non salvaguardati. L’amministratrice del “Comitato Esodati Licenziati e Cessati”, Elide Alboni, ha ribadito che uno degli interventi più urgenti da realizzare in materia previdenziale è quello della predisposizione della nona e definitiva salvaguardia degli esodati per “chiudere la pagina più orrida della Repubblica: gli esodati pre Fornero che in più di 6 anni, nonostante le assunzioni di Letta, né Renzi né Gentiloni riuscirono chiudere….. anzi dirottarono, in tutti i modi più criticabili, le risorse stanziate e dedicate per farne strade x il giubileo o benefit per il carnevale di Viareggio mentre la coda del calvario esodati, con circa 6000 persone, vede ormai persone in miseria e/o devastazione psicologica”.

Riforma delle pensioni 2018: il riconoscimento del lavoro di cura.

Mauro D’Achille, amministratore del gruppo “Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni”, ha posto l’attenzione su un altro tema inerente alla previdenza: il riconoscimento dei lavori di cura. L’importanza del caregiver familiare ed i rischi cui è sottoposto, sociali e psichici, “sono alla base delle rivendicazioni del CODS di Orietta Armiliato“, ha precisato D’Achille.

“Soltanto da due anni questa situazione è stata considerata dal legislatore, con la possibilità di pensionamento anticipato per i precoci con 41 anni di versamenti e con ape social all’età di 63anni. Mi sembra più che giusto evidenziare che la gran parte di questo welfare familiare sia a carico della donna, ed i provvedimenti finora adottati debbano essere ulteriormente ampliati”, ha aggiunto.

“Una delle proposte che ho recentemente portato all’attenzione del Prof. Marco Leonardi“, ha proseguito D’Achille, “è relativa alle mamme di quei ragazzi la cui disabilità è comparsa alla nascita (ad esempio per asfissia perinatale o malformazioni congenite) o in tenera età ( ad esempio sindrome di Asperger e autismo). La proposta del nostro gruppo è di applicare a tali mamme lavoratrici (o comunque all’esercente la patria potestà o al parente di primo e secondo grado) la possibilità di applicare un bonus contributivo figurativo pari ad un anno per ogni cinque anni di contributi effettivamente versati”.

“Sarebbe un riconoscimento dall’altissima valenza sociale, un provvedimento che possa addolcire l’amara pillola dell’handicap in famiglia, dando la possibilità di poter dedicare maggior tempo alla cura del proprio caro e un ausilio alla salute psichica del caregiver. Sarebbe sufficiente applicare la legge 388/2000, articolo 80, comma 3 non solo ai lavoratori ma anche ai caregivers. 

Confidiamo che la nostra proposta possa essere messa nell’agenda dei lavori delle istituende commissioni lavoro di Camera e Senato, e appoggiata dalle commissioni bilancio vista la scarsità del costo economico in confronto al valore sociale”, ha concluso l’amministratore del gruppo “Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni”. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.

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