Riforma delle pensioni 2018. Le ultime novità su flessibilità in uscita, legge Fornero ed età pensionabile

Continua l’attesa per la stesura definitiva del contratto di governo tra il Movimento cinque stelle e la Lega ed è ancora mistero sul nome del nuovo Presidente del Consiglio. In un clima di tale incertezza sembra allontanarsi sempre di più l’introduzione di nuove misure in materia previdenziale.

“Aspettiamo di vedere il testo dell’accordo sulle pensioni partorito da Lega e 5 Stelle”, ha affermato Cesare Damiano, esponente del Partito democratico.

Damiano è favorevole all’introduzione di un sistema di quote per l’accesso alla pensione. In caso di Quota 100, l’esponente dem si chiede quali saranno l’età e i contributi minimi richiesti.

“Faccio presente che con l’Ape sociale e volontaria si può andare in pensione a partire dai 63 anni, rispettivamente con 36 e 20 anni di contributi (nel secondo caso con una penalizzazione)”, ha osservato l’ex ministro del lavoro.

Per quanto riguarda altri interventi in materia previdenziale, Damiano ha affermato:” Bisogna capire se nel pacchetto giallo-verde ci sono i 41 anni di contributi per poter andare in pensione indipendentemente dall’età, come si interviene su Opzione Donna e sulla nona e definitiva salvaguardia degli esodati”.

Damiano ha affrontato anche il tema dell’aspettativa di vita e delle modifiche alla legge Fornero:”Altro capitolo caldo è quello dell’aggancio dell’età della pensione all’aspettativa di vita”, ha puntualizzato.

“Ma non abbiamo fretta e capiamo la difficoltà a trovare le coperture, perché ci siamo già passati. Apprezziamo il fatto che non si parli più di ‘cancellazione’ della legge Fornero ma, come avevo suggerito, di un più cauto ‘superamento’”, ha sottolineato Damiano.

Riforma delle pensioni 2018: l’analisi della Cgil.

E’ tornato ad esprimersi sulla riforma delle pensioni 2018 il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli. Il sindacalista ritiene che non siano sufficienti dei semplici ritocchi alla legge Fornero, ma che vada messa in atto una vera e propria riforma del sistema previdenziale.

“È necessaria una vera riforma delle pensioni, che superi strutturalmente quell’impianto, tenga assieme risposte per tutte le generazioni e per tutte le condizioni lavorative e che sia sostenibile socialmente, partendo dalle proposte avanzate unitariamente dal sindacato con la sua piattaforma. Questa, oggi, è la vera sfida per la politica sulla previdenza”, ha puntualizzato.

Per quanto riguarda il sistema delle quote, Ghiselli ha dichiarato: “I 41 anni per la pensione di anzianità e quota 100 rappresentano alcuni aspetti importanti del problema, ma non vanno dimenticati anche i temi della flessibilità in uscita, con la possibilità di andare in pensione dopo i 62 anni, il superamento dell’attuale meccanismo che lega l’età di pensione all’aspettativa di vita, e la questione decisiva della pensione contributiva di garanzia per chi, come i più giovani ma non solo, ha una carriera lavorativa discontinua o con bassi contributi, come i part time”.

Inoltre per il dirigente sindacale vi sono da affrontare altri temi: il riconoscimento del lavoro delle donne, del lavoro di cura e dell’estensione della platea dei lavori riconosciuti gravosi.

“Occorre poi”, ha proseguito Ghiselli, “affrontare i nodi del rafforzamento della previdenza integrativa negoziale e della rivalutazione delle pensioni in essere”. “Ci auguriamo di poter avviare al più presto un confronto con la politica su questi temi”, ha concluso. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.

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