Riforma pensioni, le novità ad oggi 30 luglio 2018

Il governo Conte è al lavoro sulle misure pensionisiche che portino al superamento della Legge Fornero ovvero la quota 100, quota 41 e la proroga di opzione donna. Uno dei problemi è legato al finanziamento della riforma.

Secondo quanto stimato da Il Sole 24 Ore, con il taglio degli assegni sopra i 4mila euro e un ricalcolo con sistema contributivo si arriverà a quasi 600 milioni di euro di risparmi. Si tratta, però, di una stima completamente inferiore a quella stimata per quota 100 che è di circa 10-15 miliardi di euro all’anno. L’esecutivo è al lavoro per l’attuazione di un contributo di solidarietà dalle 2mila euro lorde. Un sistema dalla durata di 3 anni con progressività e proporzionalità. Secondo le stime il prelievo sarà di crica 5 o 7 euro al mese.

Pensioni: i requisiti dal 1 gennaio 2019.

Attualmente, per la pensione di vecchiaia sono richiesti 66 anni e 7 mesi di età (più 20 anni di contributi), dal prossimo anno aumenteranno a 67 anni in quanto scatta l’adeguamento delle aspettative di vita rilevato dall’Istat.

Per la pensione anticipata, invece, occorre aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini) e 41 anni e 10 mesi (per le donne). Dal 1° gennaio 2019, anche il requisito contributivo della pensione anticipata subirà una variazione, per andare in pensione occorrerà aver maturato 43 anni e 3 mesi (uomini) o 42 anni e 3 mesi (donne).

L’adeguamento all’aspettativa di vita non risparmierà neppure i lavoratori precoci, che con le attuali regole possono andare in pensione con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. Dal 1 gennaio 2019 per uscire dal lavoro ci vorranno dunque 41 anni e 5 mesi di contributi versati, di cui almeno uno prima del compimento della maggiore età.

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