Riforma pensioni, le ultime novità ad oggi 20 settembre 2018

Il Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla, ha espresso la sua contrarietà alla pensione di cittadinanza, che come anticipato dal viceministro Castelli a partire da gennaio 2019 le pensioni minime saranno portate a 780 euro.

“Costerebbe troppo – ha detto Alberto Brambilla – sarebbe pagata dalle giovani generazioni e spaccherebbe lo Stato sociale”. Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio ha risposto: “Brambilla parla a titolo personale. Prima lo scoprite anche voi giornalisti e più evitiamo questa bagarre. La pensione di cittadinanza è nel contratto di governo e lo sappiamo sia noi che la Lega“.

Pensioni cittadinanza, obiettivo M5S portare le pensioni minime a 780 euro dal 1 gennaio 2019.

D’ora in poi – ha promesso Luigi Di Maio – non ci deve essere più nessun pensionato che prende meno di 780 euro al mese“. L’obiettivo del M5S è di far partire le pensioni di cittadinanza già da gennaio, come viene riportato su Il giornale, con una spesa di almeno 12 miliardi.

Alberto Brambilla, esperto previdenziale vicino alla Lega, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha bocciato la proposta del M5S: “A chi vogliamo darla questa pensione? Agli invalidi civili? Bene, sono quasi un milione e per coprire la differenza tra quanto prendono ora (282 euro al mese per tredici mensilità) e i 780 euro bisognerebbe spendere circa 6,3 miliardi in più all’anno”.

“Vogliamo darla a chi prende l’assegno o la pensione sociale? – ha aggiunto – Sono altre 860 mila persone e in questo caso bisognerebbe sborsare altri 4 miliardi. Ci riferiamo invece ai 3,2 milioni di pensioni integrate al minimo (502 euro al mese) o alle oltre 900mila pensioni con la maggiorazione sociale? Servirebbero altri miliardi ancora”.

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