Riforma pensioni, le ultime novità su Quota 100 ad oggi 29 settembre 2018

Superato l’ostacolo del varo della Nota di aggiornamento al Def con un indebitamento al 2,4% all’anno per i prossimi 3 anni, il governo Lega-M5S è al lavoro per fissare i paletti della cosiddetta Quota 100, che prevede l’uscita dal mondo del lavoro quando la somma fra età anagrafica e contributi annui versati al fisco raggiunge il valore 100.

Riforma pensioni: almeno 62 anni e 38 anni di contributi per uscire con Quota 100.

Secondo quanto trapelato, saranno richiesti almeno 62 anni e 38 anni di contributi per andare in pensione con quota 100. Come viene riportato su il messaggero: “Si pensa anche di bloccare l’aumento dell’aspettativa di vita di 5 mesi per le pensioni anticipate previsto per il 2019. In pratica quindi nel 2019 si potrà continuare ad andare in pensione indipendentemente dall’età avendo 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 3 mesi per le donne) invece che 43 anni e 3 mesi.”

Abbassando questo requisito attivandolo in contemporanea con “quota 100”, come viene riportato su Il sole 24 ore, farebbe aumentare la spesa aggiuntiva di oltre i 12 – 13 miliardi ad “un livello incompatibile con le altre misure sociali previste a partire dal reddito e le pensioni di cittadinanza”.

Secondo l’ultimo monitoraggio Inps le nuove pensioni di anzianità sono state 153mila su un totale di 579mila nuove decorrenze (202mila le pensioni di vecchiaia, 193mila le reversibilità). Con “quota 100”, secondo le intenzioni di Lega e 5 Stelle, l’obiettivo sarebbe quello di consentire l’uscita di 400mila persone consentendo un ricambio generazionale.

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