Riforma pensioni e Quota 100, le ultime novità

Il dibattito sulla riforma delle pensioni 2019 continua. La cifra stanziata dal Governo per finanziare Quota 100 fa discutere. L’ex Ministro del lavoro Cesare Damiano, candidato alla segreteria del PD, ritiene che per mantenere tutte le promesse fatte dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle in materia previdenziale, non siano sufficienti  6,7 miliardi di euro. Per Mauro D’Achille, amministratore del gruppo “Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni”, “investire una somma così elevata esclusivamente per ridurre l’età per il pensionamento di vecchiaia” è “stata una soluzione semplicistica e dettata soltanto dalla volontà di dare una risposta alle richieste, quale che sia”.

A mio avviso si poteva frazionare il quantum e dare una risposta a tutte le esigenze: due miliardi per bloccare a tutti l’aumento della aspettativa di vita; suddividere i restanti 5,7 in maniera equa intervenendo per ridurre anche i tempi della pensione di vecchiaia, magari con una quota 41 soltanto ai disoccupati e una quota 42 agli altri, con un bonus contributivo alle donne come si era fatto con ape social (un anno per ogni figlio, con un massimo di due); modificando quota cento in 63+37, oppure 63+38, per ridurne il costo, applicando magari una piccola penalizzazione economica fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia. O magari rivedendo e aggiornando il ddl 857 di  Cesare Damiano, nei cui confronti entrambi i partiti di Governo si erano sempre mostrati disponibili”, ha osservato in un post.

“Tempo ce ne sarebbe ancora per cercare di migliorare questa quota cento che ci è stata prospettata. Speriamo che in commissione lavoro ci sia possibilità di discussione”, ha concluso.

Riforma delle pensioni: per la Uil non bisogna fermarsi a Quota 100. 

Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, intervistato da Cesare Damiano nella rubrica l’Approfondimento, ha affermato che Quota 100 non è sufficiente per modificare la legge Fornero. “Quota 100 va bene”, ha dichiarato, “ma bisogna affiancare un intervento che valorizzi i lavori di cura delle donne, che proroghi Opzione donna per un paio d’anni e che stabilisca che 41 anni di contribuzione bastano ed avanzano per andare in pensione a prescindere dall’età”.

Secondo Proietti, inoltre:””Quota 100 risolve i problemi dei lavoratori del Nord, del settore pubblico, ma risolve meno i problemi dei lavoratori del Centro-Sud, che difficilmente arrivano a 38 anni di contribuzione e non risolve affatto il problema delle donne, le quali tra maternità e lavori di cura hanno carriere contributive molto meno sostanziose”.

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