Scuola: indetto sciopero per il 12 aprile 2019

L’USB scuola ha annunciato uno sciopero generale del comparto scuola per il prossimo 12 aprile. “Già dal 28 febbraio scorso USB Scuola sta portando avanti una battaglia affinché i posti liberati dai pensionamenti quota 100 vengano messi subito a disposizione della mobilità e delle immissioni in ruolo. La data del 25 maggio è quella utile per il comparto scuola per chiudere l’accoglienza delle domande per mobilità attraverso il Sidi, il sistema informatico del MIUR. La scadenza prevista dall’INPS per esaminare le domande dei quota 100 è il 31 maggio”.

“Si tratta di 17mila lavoratori (tra docenti e ATA), che vanno a liberare 17mila posti che è impensabile lasciare nell’organico di fatto e non dare a mobilità e a ruolo“, si legge in una nota del sindacato. “Sappiamo che per gli uffici dell’INPS sarebbe un super lavoro riuscire a completare l’iter burocratico entro la scadenza utile per il comparto scuola per la definizione degli organici di diritto 2019/2020 e sappiamo che questo è dovuto alla mancanza di personale e di assunzioni in tutta la pubblica amministrazione, INPS compreso”.

Mobilità straordinaria

“Per queste ragioni visto che sarebbe insensato lasciare vacanti questi posti per il personale di ruolo specializzato e abilitato, per tutti gli idonei nelle graduatorie di merito dei vari concorsi e nelle GaE ancora esistenti, chiediamo con forza nuovamente che venga contemplata dall’amministrazione una fase di mobilità straordinaria anche successiva al 31 maggio o che si pensi a una proroga per la scadenza delle domande al Sidi affinché TUTTI i posti liberati da quota 100 vadano subito a mobilità e immissioni in ruolo”, ha dichiarato l’UBS scuola.

Sciopero generale del comparto scuola

USB Scuola chiama tutti i lavoratori in piazza per lo sciopero generale del 12 aprile contro la Regionalizzazione dell’autonomia differenziata, contro la precarietà messa a sistema, per un contingente adeguato per le immissioni e la mobilità 2019/2020 che comprenda TUTTI i posti quota 100. Il sedicente governo del cambiamento, se vuole realmente migliorare le condizioni della scuola statale, dia risposte concrete a queste richieste dalle quali dipendono tanto le vite dei docenti esiliati e dei docenti precari quanto la qualità della scuola pubblica statale”, conclude la nota.

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