La riforma dell’ordinamento penitenziario, approvata in extremis dal governo Gentiloni, rischia di non trovare mai la definitiva approvazione. Nei giorni scorsi c’è stata una conferenza dei capigruppo, e qui Movimento Cinque Stelle e la Coalizione di Centro Destra, che già in passato avevano espresso i loro dubbi sul lavoro di Andrea Orlando, hanno bocciato la riforma dell’ordinamento penitenziario, che non potrà accedere alla Commissione speciale per la definitiva approvazione dei decreti. Si dovrà attendere. quindi, la costituzione delle commissioni ordinarie. Contrari a questa decisione sono stati Pd e Leu.
Rita Bernardini, come riporta Il Dubbio, già prevedeva il blocco della riforma: “Voci di corridoio parlamentare affermano che Lega e M5s stanno manovrando per sottrarre alla competenza della Commissione speciale per gli atti di governo il decreto legislativo sulle misure alternative. Sarebbe un atto dissennato di fronte ad una situazione carceraria al collasso, di sistematica violazione dei diritti umani. Obbligatorio per tutti i democratici non arrendersi alla violenza e al degrado”. La situazione delle carceri italiane, in effetti, è al limite: il sovraffollamento continua ad aumentare, e troppo spesso si apprendono notizie di detenuti che hanno deciso di togliersi la vita.
Riforma dell’ordinamento penitenziario, le reazioni dopo la bocciatura da parte dei capigruppo.
Walter Verini del Pd ha commentato la decisione dei capigruppo della Camera: “Consideriamo sbagliata, oltre che grave, la scelta della maggioranza della Conferenza dei capigruppo della Camera di sottrarre all’esame della Commissione Speciale i provvedimenti sulle carceri. La stessa legge di stabilità stanzia risorse per l’applicazione della riforma. Non c’erano e non ci sono motivi seri per ritardare l’approvazione finale della riforma, sollecitata anche da tanta parte dell’avvocatura, dell’associazionismo, del volontariato, della stessa magistratura”.
La decisione di bloccare la riforma dell’ordinamento penitenziario ha trovato le aspre critiche del Garante nazionale dei diritti dei detenuti Mauro Palma: “È un grave stop quello che arriva sugli schemi di decreti di riforma sulle carceri. Negare un passaggio meramente consultivo finale, che non prevede possibilità di intervento di merito, denota una disattenzione grave rispetto all’ampio mondo di coloro che tale provvedimento da tempo attendono: non si tratta soltanto delle persone in esecuzione penale, si tratta anche di giuristi, magistrati, avvocati, direttori degli istituti, operatori penitenziari di molteplice profilo che hanno dedicato nel tempo intelligenza ed energia nel proporre le linee per una esecuzione penale corrispondente in modo chiaro alla previsione costituzionale”.
Anche gli avvocati penalisti sono contrari a questa decisione e, come riporta l’AGI, hanno fatto un appello ai deputati per l’inserimento dell’approvazione dei decreti nell’ordine del giorno della Commissione speciale. I penalisti ritengono molto grave che “La volontà del Parlamento, organo rappresentativo della volontà dei
cittadini espressa con chiarezza dalla delega, e le raccomandazioni della Cedu, trovino, a pochi passi da una pur minima realizzazione, un improvviso e irragionevole arresto a causa del mancato inserimento dello schema di decreto nei lavori della Commissione speciale della Camera dei Deputati, in quanto ritenuta materia non urgente”. Qui puoi trovare tutte le ultime news su amnistia, indulto e carceri.