Carcere, amnistia, riforma ordinamento penitenziario, le ultime news ad oggi 2 marzo 2018. Continuano le proteste per la mancata approvazione della riforma del sistema penitenziario. Gli avvocati della Camera Penale di Monza hanno proclamato uno sciopero per i prossimi 13 e 14 marzo 2018. Lo si apprende da una nota, ricevuta direttamente dalla Camera Penale monzese. “Negli ultimi anni si è lavorato per una riforma strutturale dell’ordinamento penitenziario al fine di superare gli strappi operati in questa materia nei primi anni 90 vi era anche la necessità di affrontare le censure mosse all’Italia dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo a seguito della sentenza Torreggiani del 2013, nella quale i Giudici di Strasburgo hanno rilevato la violazione dell’art 3 della convenzione dei diritti dell’uomo ponendosi a carico delle autorità un obbligo positivo di assicurare che ogni prigioniero sia detenuto in condizioni compatibili con il rispetto della dignità umana”.
Riforma ordinamento penitenziario: le dichiarazioni degli avvocati della Camera Penale di Monza.
La comunicazione prosegue “in quest’ottica sono stati convocati gli stati Generali dell’Esecuzione penale e, successivamente, istituiti i tavoli per la elaborazione dei decreti attuativi in forza della delega del Parlamento per riformare l’ordinamento penitenziario”. “I decreti, seppur modificati dopo i passaggi alla Camera e al Senato, sono stati depositati in tempo utili per la definitiva approvazione dal Governo. Il Consiglio dei Ministri del 22 febbraio ha, di fatto, vanificato i lavori delle Commissioni ministeriali sul tema. I tempi, fin dall’inizio, parevano strettissimi, ma le dichiarazioni del Premier e del Ministro della Giustizia, che avevano assicurato l’approvazione dei decreti, avevano lasciato qualche speranza”.
La nota continua “purtroppo, più che il tempo, ha potuto la campagna elettorale e quella che già appariva come una riforma “minima” rispetto ai lavori delle commissioni, è stata ulteriormente “amputata” dal CDM che ha limitato il suo esame a soli 3 decreti attuativi – lavoro e volontariato, esecuzione della pena per i minorenni e giustizia ripartiva – tralasciando, invece, la parte centrale della riforma che modificherebbe l’accesso alle misure alternative al carcere con la revisione delle preclusioni”.
Secondo la Camera Penale “questa scelta è con tutta evidenza dettata dal timore di subire effetti elettorali negativi per aver adottato provvedimenti su un tema da sempre considerato ‘scomodo’”. Secondo la Camera Penale, “il principio costituzionale volto alla rieducazione e al reinserimento sociali, i dati statistici ministeriali sulla recidiva dimostrano come l’effettiva applicazione delle misure alternative, piuttosto che la indistinta carcerizzazione, costituisce un effettivo incremento della sicurezza di tutti i cittadini” – (dati di cui però altri enti negano la possibile consultabilità) – “rischia così di restare inattuato e di eludere le aspettative dei tanti detenuti che stanno protestando – 10.000 ad oggi –, dell’Avvocatura, dei Garanti dei diritti dei detenuti e di gran parte del mondo accademico e giudiziari”. Qui puoi trovare tutte le ultime news su amnistia, indulto e carceri.