Le ultime news dal mondo del carcere ad oggi, 1 febbraio 2018: nuove indagini sulla morte di un detenuto a Salerno. Sono state chieste dal giudice nuove indagini sulla morte di un detenuto, avvenuta nel carcere di Salerno. Il detenuto era malato, soffriva di cardiopatie, come si evince nella cartella clinica dell’istituto di pena, e nei giorni precedenti alla morte aveva avuto dei malori. Il medico legale, nella sua perizia, ha evidenziato che questi malori erano un campanello d’allarme e richiedevano accertamenti che avrebbero potuto salvarlo. Si sospettano, dunque, atteggiamenti negligenti degli operatori in servizio presso il penitenziario dove stava scontando la pena il detenuto, che non hanno effettuato controlli nonostante i diversi malori del detenuto. Per questo, il giudice per l’udienza preliminare ha chiesto nuove indagini.
Amnistia e carceri, le ultime news ad oggi, 1 febbraio 2018: un episodio di violenza ai danni degli agenti.
Nel carcere di Salerno, intanto, si è verificato un episodio di violenza ai danni del personale di Polizia Penitenziaria. Un detenuto, dopo i colloqui, ha aggredito violentemente il personale di polizia penitenziaria. Gli agenti sono stati subito soccorsi e portati in ospedale, e per uno in particolare i danni sono stati seri: si parla di gravi lesioni al viso. Il detenuto già in passato è stato protagonista di episodi di violenza a danni delle cose e della struttura, ed inoltre è stato sorpreso in possesso di droga.
A commentare la situazione è Donato Capece, il Segretario Generale del SAPPE: “E da tempo il SAPPE denuncia, inascoltato, che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza di personale, visto che le nuove assunzioni non compensano il personale che va in pensione e che è dispensato dal servizio per infermità, il mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento. La realtà è che sono state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili. Mancano Agenti di Polizia Penitenziaria e se non accadono più tragedie più tragedie di quel che già avvengono è solamente grazie agli eroici poliziotti penitenziari, a cui va il nostro ringraziamento. Ed allora si comprenderà perché da tempo il SAPPE dice che nelle carceri c’è ancora tanto da fare: ma senza abbassare l’asticella della sicurezza e della vigilanza, senza le quali ogni attività trattamentale è fine a se stessa e, dunque, non organica a realizzare un percorso di vera rieducazione del reo”. Qui puoi trovare tutte le ultime news su amnistia, indulto e carceri.