Gigi Hadid, Adwoa Aboah, Martha Hunt e Chiara Ferragni sono state avvistate tutte in t-shirt e jeans dell’iconico marchio italiano “degli angeli”. Dopo anni di oblio, torna di moda la label italiana Fiorucci.
Sicuramente il rilancio del brand per mezzo del libro appena pubblicato, l’e-shop, il pop up store da Selfridges e due punti vendita, a Londra e Soho, ha rispolverato un po’ la memoria: non si sa se sia bastata un po’ di buona pubblicità o se forse un po’ di nostalgia già fosse dentro chi quell’epoca non l’ha nemmeno vissuta. Ma sta di fatto che il mito Fiorucci è tornato alla ribalta.
Il mito del brand creato da Elio Fiorucci torna a rivivere grazie a icone della moda conteporanee.
Elio Fiorucci ha fatto sognare diverse generazioni, a partire dal 1967 quando aprì lo storico negozio in San Babila, Milano. Grande lutto per la storia del Made in Italy quando chiuse le porte nel 2003: era finita un’epoca. Oggi, infatti, c’è Urban Outfitters ma tra le “milanesi doc” l’appuntamento dato al sabato pomeriggio è sempre lì “dove una volta c’era Fiorucci“.
L’iconico store ha segnato lo stile di milioni di ragazze che andavano a comprarsi le famose t-shirt con angeli e i jeans dal taglio impeccabile. Dagli anni 70 ai 90 poteva giusto variare la lunghezza, qualche dettaglio o colore, ma indossare un capo
Fiorucci era sinonimo di qualità, italianità e anche di glamour. Fiorucci, però, non si fermò alla collezione, creò un universo magico, apprezzato anche dal visionario Andy Warhol che nel suo diario scrisse “Sono andato da Fiorucci a New York e tutto è così divertente lì. È quello che ho sempre desiderato, tutto di plastica“. Si stava scrivendo uno dei capitoli più pop della moda italiana.
Cos’hanno di speciale i jeans di Fiorucci? Lo stilista era “ossessionato” dal fatto che le donne non potevano indossare jeans maschili, così comprò un lungo rotolo di denim e iniziò a tagliare dei modelli che mettessero in mostra le gambe delle donne.