Niccolò Bettarini, figlio della conduttrice tv Simona Ventura e dell’ex calciatore Stefano Bettarini è stato accoltellato all’uscita dell’Old Fashion, famosa discoteca di Milano. A carico dei quattro aggressori arrestati è stato chiesto il carcere per tentato omicidio. Si è trattato non di una rissa con una vittima “causale”, ma un attacco nel quale l’identità del ragazzo era ben chiara.
I 4 fermati restano in carcere, lo ha deciso il gip di Milano Stefania Pepe dopo la richiesta di convalida dei fermi e di custodia cautelare in carcere formulata dal pm Elio Ramondini, titolare delle indagini condotte dalla Squadra Mobile.
Gli aggressori di Niccolò Bettarini restano in carcere con l’accusa di tentato omicidio.
Il gip di Milano, ha scritto nell’ordinanza con cui ha convalidato i fermi e applicato la misura della custodia in carcere, che i quattro fermati per l’aggressione ai danni di Niccolò Bettarini, hanno tentato di ucciderlo perché si erano “certamente” prefigurati che “gli atti posti in essere”, ossia il pestaggio e soprattutto le coltellate, “avrebbero comunque potuto produrre conseguenze mortali”, anche in considerazione della “loro superiorità numerica e della violenza della loro azione”.
Per i quattro giovani, tra cui Davide Caddeo, colui che, secondo l’accusa, avrebbe inferto le coltellate e ferito il 19enne. Il giudice ha parlato, di “dolo alternativo”, ossia del fatto che i fermati avevano previsto la possibilità che il giovane sarebbe potuto morire.
Uno degli amici di Niccolò Bettarini ha raccontato “di aver visto una decina di persone” che “circondavano e percuotevano con mani e piedi l’amico Niccolò”, il quale era “totalmente in balia degli aggressori e non riusciva a difendersi” e a quel punto è intervenuto “in soccorso”. Lo si legge nell’ordinanza firmata dal gip Stefania Pepe a carico dei quattro fermati per il tentato omicidio.