Papa Francesco, l’Angelus di oggi domenica 4 febbraio 2018: una giornata di preghiera e digiuno per l’Africa

L’angelus di Papa Francesco di oggi domenica 4 febbraio 2018 in Piazza San Pietro. Come di consueto oggi il Pontefice celebrerà l’Angelus domenicale in Piazza San Pietro, visibile in diretta su Rai 1 grazie al collegamento con il programma A sua immagine, che in occasione della XXII Giornata mondiale della vita consacrata, attraverso le storie di tanti ragazzi e ragazze di oggi, cerca di “riconoscere come Dio cammina per le strade delle nostre città, dei nostri paesi, dei nostri quartieri”, nella puntata in onda oggi domenica 4 febbraio, alle 10.30, su Rai1. Si ascolteranno varie storie di fede: da Pisa quella di Tosca Ferrante, ex poliziotta e ora suora. Da Frosinone, Simone Sassi. Una vita dedicata allo sballo tra droga, alcool, avventure sentimentali, una lunga ricerca della propria strada fino all’approdo al sacerdozio e da Torino la vita di clausura e preghiera delle monache del Cottolengo.

Le interviste di Lorena Bianchetti e il collegamento con Piazza San Pietro per l’Angelus di Papa Francesco di oggi domenica 4 febbraio 2018.

Lorena Bianchetti in studio intervisterà don Davide Banzato della comunità Nuovi Orizzonti, padre Daniele Randazzo, da imprenditore della moda e di successo alla scelta di farsi frate francescano e Suor Veronica Bernasconi e Suor Carolina Cignoni. Alle 10.55 la linea passerà alla Santa Messa, come sempre in onda in diretta. La celebrazione eucaristica di questa settimana viene trasmessa dalla Cattedrale di Terni. La regia della ripresa televisiva è affidata a Michele Todaro, mentre il commento è di Orazio Coclite. Alle 12.00, come ogni domenica, il consueto Angelus recitato da Papa Francesco in piazza San Pietro.

Le parole di Papa Francesco nell’Angelus di oggi domenica 4 febbraio 2018.

Papa Francesco nell’Angelus domenicale ci spiega il vangelo odierno: “Il Vangelo di questa domenica prosegue la descrizione di una giornata di Gesù a Cafarnao, un sabato, festa settimanale per gli ebrei. Questa volta l’evangelista Marco mette in risalto il rapporto tra l’attività taumaturgica di Gesù e il risveglio della fede nelle persone che incontra. Infatti, con i segni di guarigione che compie per i malati di ogni tipo, il Signore vuole suscitare come risposta la fede. La giornata di Gesù a Cafarnao incomincia con la guarigione della suocera di Pietro e termina con la scena della gente di tutta la cittadina che si accalca davanti alla casa dove Lui alloggiava, per portargli tutti i malati. La folla, segnata da sofferenze fisiche e da miserie spirituali, costituisce, per così dire, “l’ambiente vitale” in cui si attua la missione di Gesù, fatta di parole e di gesti che risanano e consolano.

Gesù scende tra la folla per portare un messaggio di salvezza.

Gesù non è venuto a portare la salvezza in un laboratorio; non fa la predica da laboratorio, staccato dalla gente: è in mezzo alla folla! In mezzo al popolo! Pensate che la maggior parte della vita pubblica di Gesù è passata sulla strada, fra la gente, per predicare il Vangelo, per guarire le ferite fisiche e spirituali. E’ una umanità solcata da sofferenze, questa folla, di cui il Vangelo parla molte volte. È un’umanità solcata da sofferenze, fatiche e problemi: a tale povera umanità è diretta l’azione potente, liberatrice e rinnovatrice di Gesù. Così, in mezzo alla folla fino a tarda sera, si conclude quel sabato. E che cosa fa dopo, Gesù?

Prima dell’alba del giorno seguente, Egli esce non visto dalla porta della città e si ritira in un luogo appartato a pregare. Gesù prega. In questo modo sottrae anche la sua persona e la sua missione ad una visione trionfalistica, che fraintende il senso dei miracoli e del suo potere carismatico. I miracoli infatti sono “segni”, che invitano alla risposta della fede; segni che sempre sono accompagnati dalle parole, che li illuminano; e insieme, segni e parole, provocano la fede e la conversione per la forza divina della grazia di Cristo.

La conclusione del brano odierno indica che l’annuncio del Regno di Dio da parte di Gesù ritrova il suo luogo più proprio nella strada. Ai discepoli che lo cercano per riportarlo in città – i discepoli sono andati a trovarlo dove Lui pregava e volevano riportarlo in città -, che cosa risponde Gesù? «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là». Questo è stato il cammino del Figlio di Dio e questo sarà il cammino dei suoi discepoli. E dovrà essere il cammino di ogni cristiano. La strada, come luogo del lieto annuncio del Vangelo, pone la missione della Chiesa sotto il segno dell’“andare”, del cammino, sotto il segno del “movimento” e mai della staticità. La Vergine Maria ci aiuti ad essere aperti alla voce dello Spirito Santo, che spinge la Chiesa a porre sempre più la propria tenda in mezzo alla gente per recare a tutti la parola risanatrice di Gesù, medico delle anime e dei corpi.

Al termine dell’Angelus Papa Francesco lancia l’iniziativa del 23 febbraio ossia una Giornata di preghiera e digiuno per l’Africa.

Al termine dell’Angelus, Papa Francesco invita la Chiesa a fermarsi e a pregare per l’Africa il venerdì della prima settimana di Quaresima:”Dinanzi al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo, invito tutti i fedeli ad una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo. La offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan. Come in altre occasioni simili, invito anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune”. Da qui un appello rivolto a tutti gli uomini, “perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: ‘Che cosa posso fare io per la pace?’. Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!”.

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