Oggi mercoledì 16 maggio 2018 Papa Francesco celebrerà l’udienza generale del mercoledì in Piazza San Pietro, In attesa di conoscere le parole del Pontefice, vi riproponiamo alcuni passi del discorso tenuto ieri a San Giovanni in Laterano ed alcuni stralci dell’omelia a Santa Marta.
L’incontro di Papa Francesco a San Giovanni in Laterano.
Papa Francesco ieri ha incontrato la gente della sua diocesi a San Giovanni in Laterano. Vescovi, preti ma anche laici ai quali ha indicato la necessità di porre in atto un cambiamento. “Fenomeni come l’individualismo, l’isolamento, la paura di esistere, la frantumazione e il pericolo sociale, tipici di tutte le metropoli e presenti anche a Roma, hanno già in queste nostre comunità uno strumento efficace di cambiamento.
Non dobbiamo inventarci altro, noi siamo già questo strumento che può essere efficace, a patto che diventiamo soggetti di quella che altrove ho già chiamato la rivoluzione della tenerezza”, ha sottolineato Papa Francesco.
Il pontefice ha rivolto l’appello ad avere un’attenzione particolare ai giovani, troppo immersi nel mondo virtuale. “Dobbiamo fare atterrare i giovani nel mondo reale, senza distruggere le cose buone che può avere il mondo virtuale”. Intanto possono “ritrovare le radici con il dialogo con gli anziani“.
E parlando di giovani ha raccontato l’incontro qualche giorno fa con un gruppo di loro: “Erano contenti, entusiasti, ma quando sono andato a stringere loro la mano quasi nessuno lo ha fatto”, intenti tutti ad alzare il telefonino – dice Francesco mimando il gesto – per un selfie”.
Papa Francesco a Santa Marta parla del momento del suo futuro congedo.
Papa Francesco nell’omelia a Santa Marta, invece, ha fatto riferimento al momento in cui dovrà congedarsi. Bergoglio ha ricordato la vicenda testimoniale di San Paolo:”Quando io leggo questo – ha sottolineato il pontefice argentino riferendosi al congedo del santo missionario – penso a me, perché sono vescovo e devo congedarmi. Chiedo al Signore la grazia di potermi congedare così”.
Il Santo Padre ha citato la “testimonianza” di Paolo di Tarso estendendo il ragionamento ai destini di tutta la Chiesa: “Quanto lontano è questo testamento dai testamenti mondani. Questo lo lascio a quello, quello a quell’altro, quello a quell’altro…, tanti beni.
Non aveva nulla Paolo, soltanto la grazia di Dio, il coraggio apostolico, la rivelazione di Gesù Cristo e la salvezza che il Signore aveva dato a lui. Chiedo al Signore la grazia di potermi congedare così“.
“Penso ai vescovi, a tutti i vescovi – ha detto ancora l’argentino -. Che il Signore dia la grazia a tutti noi di poterci congedare così, con questo spirito, con questa forza, con questo amore a Gesù Cristo, con questa fiducia nello Spirito Santo”.
La conclusione della Catechesi sul Battesimo nell’udienza generale di oggi mercoledì 16 maggio 2018.
Nell’udienza generale di oggi mercoledì 16 maggio 2018 il Papa ci ha spiegato:”Oggi concludiamo il ciclo di catechesi sul Battesimo. Gli effetti spirituali di questo sacramento, invisibili agli occhi ma operativi nel cuore di chi è diventato nuova creatura, sono esplicitati dalla consegna della veste bianca e della candela accesa.
Dopo il lavacro di rigenerazione, capace di ricreare l’uomo secondo Dio nella vera santità, è parso naturale, fin dai primi secoli, rivestire i neobattezzati di una veste nuova, candida, a similitudine dello splendore della vita conseguita in Cristo e nello Spirito Santo. La veste bianca, mentre esprime simbolicamente ciò che è accaduto nel sacramento, annuncia la condizione dei trasfigurati nella gloria divina.
Che cosa significhi rivestirsi di Cristo, lo ricorda san Paolo spiegando quali sono le virtù che i battezzati debbono coltivare: «Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto».
Anche la consegna rituale della fiamma attinta dal cero pasquale, rammenta l’effetto del Battesimo: «Ricevete la luce di Cristo», dice il sacerdote. Queste parole ricordano che non siamo noi la luce, ma la luce è Gesù Cristo, il quale, risorto dai morti, ha vinto le tenebre del male. Noi siamo chiamati a ricevere il suo splendore! Come la fiamma del cero pasquale dà luce a singole candele, così la carità del Signore Risorto infiamma i cuori dei battezzati, colmandoli di luce e calore. E per questo, dai primi secoli il Battesimo si chiamava anche “illuminazione” e quello che era battezzato era detto “l’illuminato”.
Questa è infatti la vocazione cristiana: «camminare sempre come figli della luce, perseverando nella fede». Se si tratta di bambini, è compito dei genitori, insieme a padrini e madrine, aver cura di alimentare la fiamma della grazia battesimale nei loro piccoli, aiutandoli a perseverare nella fede. «L’educazione cristiana è un diritto dei bambini; essa tende a guidarli gradualmente a conoscere il disegno di Dio in Cristo: così potranno ratificare personalmente la fede nella quale sono stati battezzati».
Ed aggiunge il Pontefice:”La celebrazione del Battesimo si conclude con la preghiera del Padre nostro, propria della comunità dei figli di Dio. Infatti, i bambini rinati nel Battesimo riceveranno la pienezza del dono dello Spirito nella Confermazione e parteciperanno all’Eucaristia, imparando che cosa significa rivolgersi a Dio chiamandolo “Padre”.
Al termine di queste catechesi sul Battesimo, ripeto a ciascuno di voi l’invito che ho così espresso nell’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate: «Lascia che la grazia del tuo Battesimo fruttifichi in un cammino di santità. Lascia che tutto sia aperto a Dio e a tal fine scegli Lui, scegli Dio sempre di nuovo. Non ti scoraggiare, perché hai la forza dello Spirito Santo affinché sia possibile, e la santità, in fondo, è il frutto dello Spirito Santo nella tua vita. Qui trovi tutte le ultime notizie su Papa Francesco.