Riforma pensioni, oggi 9 febbraio 2018: riforma Fornero, reddito d’inclusione e pensioni privilegiate

Pensioni, le novità sulle pensioni privilegiate ad oggi, venerdì 9 febbraio 2018. La Corte Costituzionale si è recentemente espressa sulla questioni delle pensioni privilegiate, previste fino ad oggi nei confronti del personale appartenente a specifici settori. Con sentenza del 2 febbraio numero 20, la Corte ne ha decretato l’abolizione. Il tutto nasce da un dirigente medico iscritto alla Cassa Sanitari che ha posto domanda, ma questa fu rigettata dall’Inps in quanto era stato preso in considerazione il presupposto della cessione del servizio alla data del primo ottobre 2012 in data successiva all’abrogazione dell’istituto.

Reddito d’inclusione, requisiti e pensioni cumulabili: le news ad oggi.

Possono beneficiare del reddito d’inclusione  tutti quei nuclei familiari che versano in situazioni di disagio economico. Per essere considerati idonei a beneficiare il reddito d’inclusione, è necessario che siano rispettati alcuni parametri Isre ed Isee: l’Isre non deve superare i tremila euro e l’Isee non deve essere oltre i seimila euro. Inoltre, non si deve essere in possesso di beni immobili superiori a 20 mila euro (in tale calcolo è esclusa l’abitazione), beni mobili dal valore non superiore ad una soglia che va dai 6 mila ai 10 mila euro (il valore varia in base a quelli che sono i componenti della famiglia), non si deve essere in possesso di auto immatricolate nei 24 mesi prima della richiesta di reddito d’inclusione e non si deve possedere una nave.

Ci sono alcune pensioni che si possono cumulare al reddito d’inclusione, e queste sono: indennità di accompagnamento per i disabili, le indennità per i tirocini finalizzati all’inclusione sociale, alla riabilitazione, le misure di sostegno economico, eventuali esenzioni e agevolazioni per il pagamento di tributi.

Riforma Fornero, le ultime news ad oggi, venerdì 9 febbraio 2018.

Non sono solo i lavoratori ad esprimersi contro la riforma Fornero, ma anche alcuni politici ed esponenti della Cgil, che ribadiscono la difficoltà di andare in pensione a 67 anni. Maurizio Landini, componente della segreteria nazionale della Cgil, ha espresso la necessità di una nuova riforma pensioni, in quanto andare in pensione a 67 anni comporta disoccupazione giovanile, ed i giovani d’oggi, entrando tardi nel mondo del lavoro, rischiano di non avere mai una pensione. Matteo Salvini, nel corso della trasmissione Di Martedì, ha affermato che dopo 41 anni di contributi versati c’è il diritto di andare in pensione. Anche Luigi Di Maio si è espresso sulla scottante questione che riguarda le pensioni e la riforma Fornero, e lo ha fatto attraverso una recente intervista a Tecnica della Scuola in cui ha sostenuto che tale riforma va cancellata assieme al Job Acts e alla Buona Scuola.

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