Riforma delle pensioni 2018. Flessibilità in uscita e lotta alla disparità di genere

Le ultime novità sulle pensioni vengono dalle considerazioni del segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, sulla necessità di riformare il sistema previdenziale per introdurre una maggiore flessibilità in uscita. Il leader sindacale ha commentato gli ultimi dati forniti dall’Inps sulle pensioni della Gestione Dipendenti Pubblici.

Proietti ha osservato:”Nel settore pubblico, infatti, c´è il paradosso che  in alcuni enti vi sia la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro alla «prima uscita disponibile» per il pensionamento, quindi, di fatto, non si consente ai lavoratori, qualora lo volessero, di restare fino al compimento dell’età anagrafica”

Per la Uil è prioritario che si reintroduca una flessibilità di accesso alla pensione per tutti i lavoratori in tutti i settori a 63 anni,  che, al contempo, si tutelino le lavoratrici valorizzando ai fini previdenziali il lavoro di cura svolto e superando le disparità di genere, così come che si sostengano le future pensioni dei giovani prevedendo un meccanismo per colmare i buchi contributivi nelle carriere più discontinue”, ha sottolineato il sindacalista.

Osservatorio sulle pensioni della Gestione Dipendenti Pubblici (GDP)

L’Inps ha pubblicato  stato pubblicato l’Osservatorio sulle pensioni , con i dati sulle prestazioni vigenti al 1° gennaio 2018 e liquidate nel 2017. Il numero delle pensioni vigenti al 1° gennaio 2018 è pari a 2.864.050, in aumento dello 0,7% rispetto all’anno precedente (2.843.256). L’importo complessivo annuo delle pensioni è di 69.328,8 milioni di euro, con incremento del 2,6% rispetto al 2017 (67.577,3 milioni di euro).

Per quanto riguarda la ripartizione per cassa, il 59% delle pensioni è erogato dalla Cassa Trattamenti Pensionistici Statali, seguita dalla Cassa Pensioni Dipendenti Enti Locali con il 37,8%. Le altre casse rappresentano complessivamente poco più del 3% del totale. Con riferimento all’importo complessivo annuo, risulta che il 62,1% è a carico della (1.959,85 euro), il 31,2% a carico della (1.539,40 euro) e il rimanente 6,7% è erogato dalle altre casse, con importi che variano da 1.405,48 euro mensili per la Cassa Pensioni Insegnanti a 4.424,17 euro per la Cassa Pensioni Sanitari

Nel 2017 le pensioni liquidate sono aumentate dell’8,4% rispetto all’anno precedente, passando da 114.833 nel 2016 a 124.464 nel 2017. L’analisi delle pensioni liquidate nel 2017 per cassa evidenzia che la CTPS eroga il 55,4% dei trattamenti pensionistici, con una spesa pari al 56,5% del totale. A seguire la CPDEL, che eroga il 39,8% delle pensioni per un importo annuo pari al 33% del totale. Da notare che la CPS, pur erogando un numero esiguo di pensioni (appena il 4,2% del totale), eroga un importo annuo del 10,1% della spesa complessiva.

Pensioni GDP: dati per categoria e sesso

Per quanto riguarda le prestazioni vigenti al 1° gennaio 2018 per categoria e sesso, emerge che il 56,8% delle pensioni sono di anzianità o anticipate, con importi annui pari a 43.573,4 milioni di euro; il 13,4% sono pensioni di vecchiaia per un importo di 11.244,4 milioni di euro; le pensioni di inabilità sono il 7,9% e il restante 21,8% è costituito, complessivamente, dalle pensioni erogate ai superstiti di attivo e di pensionato. Il 58,6% del totale dei trattamenti pensionistici è erogato alle donne.

Per quanto riguarda, invece, le pensioni liquidate nel 2017, la categoria delle pensioni di anzianità/anticipate è la più numerosa con il 51,6% del totale e importi complessivi annui di 2.201,6 milioni di euro (65,8% del totale). Le pensioni ai superstiti rappresentano il 30,5% del totale come numero e il 16% come importo. Infine le pensioni di vecchiaia e di inabilità sono rispettivamente circa il 12% e il 6% sia nel numero sia nell’importo.

Pensioni GDP: dati per area geografica

La distribuzione per area geografica delle pensioni vigenti al 1° gennaio 2018 mette in evidenza che il maggior numero delle prestazioni è concentrato al Nord (40,9% del totale), seguito dal 36% al Sud e nelle isole e dal 23% al Centro. Esiguo il numero delle pensioni erogate all’estero, pari allo 0,1% del totale.

Le regioni con il maggior numero di pensioni pubbliche sono la Lombardia e il Lazio, che erogano rispettivamente l’11,8% e l’11,6% del totale, seguite dalla Campania (9,2%) e dalla Sicilia (8,3%). Le regioni che erogano il minor numero di pensioni sono la Valle d’Aosta (0,2%), il Molise (0,6%) e la Basilicata (1%).

Pensioni GDP: dati per età, categoria e importo

L’età media complessiva dei titolari di pensioni di vecchiaia e anzianità/anticipate è di 73,6 anni sia per gli uomini che per le donne; quella dei titolari di pensione di inabilità si discosta di oltre tre anni tra i due sessi (70,8 per gli uomini e 73,9 per le donne); infine l’età media della categoria superstiti è molto differenziata tra i due sessi, essendo pari 71,3 anni per gli uomini e a 78,6 anni per le donne.

Il 17% delle pensioni pubbliche ha un importo mensile inferiore ai 1.000 euro, il 49,8% tra 1.000 e 1.999,99 euro e il 24,5% tra 2.000 e 2.999,99. L’8,8%, infine, ha un importo dai 3.000 euro mensili lordi in su. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.

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