Riforma delle pensioni 2018: analisi della condizione femminile. Per poter mettere in campo delle misure realmente aderenti alle necessità delle donne, sia per quanto riguarda le pensioni che il mondo del lavoro, bisogna partire dall’analisi del ruolo specifico della donna nella società. Secondo i dati dell’Osservatorio statistico dei Consulenti del lavoro sulla condizione occupazionale delle donne con figli:”L’Italia è fanalino di coda in Europa per quanto riguarda l’occupazione femminile. La cura dei figli peggiora di molto la partecipazione delle donne al mercato del lavoro”.
Analizzando la condizione delle donne di età compresa tra i 25 e i 49 anni (con o senza figli), emerge “che le donne con almeno un figlio hanno maggiori difficoltà a restare nel mercato del lavoro. Queste, infatti, fanno registrare un tasso di occupazione inferiore di oltre 15 punti percentuali rispetto a quello registrato dalle donne senza figli (rispettivamente il 55,2% e il 70,8%). La distanza con l’occupazione maschile, infatti, si riduce di molto per le donne senza carichi familiari. Al crescere del numero di figli diminuisce proporzionalmente il tasso di occupazione femminile”.
Lavori di cura: l’impatto sulle pensioni
Nel dossier dell’Osservatorio dei Consulenti del lavoro vengono analizzate le conseguenze sul piano pensionistico della partecipazione limitata delle donne nel mondo del lavoro:”La bassa partecipazione delle donne, ed in particolare delle madri, al mercato del lavoro produce forti conseguenze anche sul piano pensionistico. Le poche donne lavoratrici, inoltre, hanno carriere discontinue e redditi inferiori agli uomini per via del largo uso del part-time. Queste condizioni non consentono di alimentare in modo continuo le posizioni previdenziali utili ad accedere alla pensione di vecchiaia“.
“I dati INPS sui beneficiari di pensioni in Italia mostrano chiaramente che, nonostante le donne beneficiarie di prestazioni pensionistiche siano 8,4 milioni (862 mila in più degli uomini), solo il 36,5% beneficia della pensione di vecchiaia – frutto della propria storia contributiva – contro il 64,2% degli uomini. La situazione migliora leggermente solo per quelle donne che possono beneficiare della reversibilità di una quota della pensione del coniuge: 1.322.000 donne vivono con la sola pensione “superstiti” (contro i 118 mila uomini). Sono circa un milione (973 mila) le donne che percepiscono una forma di sostegno unicamente assistenziale (assegno sociale)”, viene precisato nel focus sulle pensioni ed il lavoro delle donne.
Riforma delle pensioni e lavori di cura: l’analisi di Orietta Armiliato del CODS.
Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione donna social, partendo dal discorso che il Presidente della Repubblica Mattarella ha tenuto in occasione della Giornata Internazionale della donna, ha auspicato che venga proseguito il lavoro di riconoscimento e valorizzazione dei lavori di cura iniziato l’anno scorso.”Nella giornata internazionale dedicata alle donne, il Presidente ha aggiunto una parola importante: “RESPONSABILITÁ”. La sintesi dunque è CONCRETEZZA e RESPONSABILITÀ due parole che ci sono proprie poiché noi del CODS spesso le abbiamo utilizzate per chiarire posizioni, idee e concetti, rispetto ai temi previdenziali dei quali ci occupiamo”, ha affermato.
“Oggi, purtroppo, in assenza di interlocutori con i quali dialogare e pianificare i passi da compiere per poter andare avanti nel percorso intrapreso, possiamo solo continuare a mantenere vivo il concetto di CONCRETEZZA, seguitando a mantenere il focus sulla nostra sacrosanta richiesta di riconoscimento e valorizzazione del lavoro di cura del quale le donne si fanno carico e di cui ieri tutti, mimosa in mano, hanno sottolineato l’importanza denunciando una presa di coscienza significativa di questa tematica che coinvolge tutte le donne e che va a colmare lacune e carenze create prevalentemente dal sistema”, ha aggiunto.
L’amministratrice del CODS richiama “alla RESPONSABILITÀ (ed anche qui facciamo nostra la parola usata dal Presidente) di Tutti, Donne per prime, affinché non sia” buttato a mare” il lavoro fino ad oggi svolto e che lo scorso anno ha prodotto un importante risultato con l’inserimento del capitolo all’interno della piattaforma sindacale unitaria stilata e discussa con l’esecutivo uscente”. “Auspichiamo che non si debba proprio, a causa di questo, disperdere quello che è stato un importante e non semplice lavoro: sarebbe davvero una scelta infelice”, ha concluso. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.