Riforma pensioni 2019: il superamento della legge Fornero

Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, è tornato a parlare di riforma delle pensioni e flessibilità in uscita, sottolineando che “negli ultimi tre anni l´Italia ha solo cominciato un riallineamento per l´età di accesso alla pensione intorno ai 63 anni, come avviene in tutti i Paesi dell’Unione Europea”. Per Proietti: “Nessuna marcia indietro quindi, ma solo un primo passo verso un sistema previdenziale più equo e giusto”.

Il leader sindacale ritiene che si debba “continuare a modificare la Legge Fornero, affrontando il tema dei 41 anni di contributi, le future pensioni dei giovani e valorizzando, ai fini previdenziali, il lavoro di cura delle donne e la maternità“. In aggiunta ha dichiarato Proietti:”Il Governo separi finalmente la spesa previdenziale da quella assistenziale, dimostrando all’Europa che l’Italia spende per pensioni l´11% del pil, un punto in meno della Francia e mezzo punto in meno della Germania”.

Rivalutazione delle pensioni 2019: le dichiarazioni di Barbagallo

“I pensionati  non possono essere il bancomat dal Paese: 3,6 miliardi in meno, in tre anni, per il sistema previdenziale nel suo insieme sono una cifra enorme. Noi chiediamo, invece, che siano rivalutate le pensioni anche sulla base di uno specifico paniere di riferimento. Inoltre è inaccettabile che i nostri pensionati paghino il doppio della media delle tasse pagate dagli altri pensionati in Europa”, ha dichiarato Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, nel suo intervento alla manifestazione sindacale organizzata dai sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil.

Taglio alle pensioni d’oro: l’analisi di Brambilla

In uno studio curato da Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali viene affrontato il tema del ricalcolo delle pensioni cosiddette “d’oro”. Per Brambilla si tratta un “taglio” vero e proprio che, per percentuale e durata, non ha precedenti”. “Più corretto sarebbe definirlo un incremento tra il 15% e il 40% di imposte su pensioni peraltro già assoggettate a una tassazione superiore al 40%. Un taglio che genererà entrate per lo Stato per circa 70 milioni di euro all’anno, per un totale di circa 350 milioni, considerata la durata quinquennale della misura che grava su pensioni già assoggettate a una forte tassazione e che non beneficiano di alcuna agevolazione o deducibilità”.

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