Le ultime novità sul tema delle pensioni riguardano i dettagli che stanno emergendo via via sul meccanismo di Quota 100, misura per le pensioni anticipate che dovrebbe entrare in vigore a partire dal prossimo anno. L’accesso a Quota 100 potrebbe avere criteri più stringenti rispetto alle ipotesi iniziali. L’introduzione di nuovi paletti è volta, evidentemente, a restringere la platea dei lavoratori che utilizzeranno Quota 100 per andare in pensione.
Nello scegliere se utilizzare Quota 100 per andare in pensione anticipatamente, una volta raggiunti 62 anni d’età e 38 di contributi versati, un lavoratore potrebbe trovarsi di fronte al divieto di cumulo per 5 anni, ossia, una volta andato in pensione con Quota 100, non potrebbe cumulare l’assegno pensionistico con altri redditi frutto di attività professionali o collaborazioni a tempo determinato.
Quota 100 e divieto di cumulo, l’avvertimento di Boeri
“Si sta discutendo sempre di più di introdurre forme che scoraggino l’andata in pensione, come il divieto di cumulo tra pensione e altri redditi per 5 anni. Questa soluzione ha una serie di problemi ed è una cosa molto difficile da attuare“, ha sottolineato Tito Boeri, presidente dell’Inps.
Boeri ha puntualizzato: “Soprattutto è difficile conciliare il divieto di cumulo con la narrativa con cui si è fin qui giustificato questo passo indietro, questa controriforma sulle pensioni, ovvero la necessità di liberare dei posti di lavoro per i giovani”. Per il presidente dell’Istituto previdenziale:”Se si vuole convincere qualcuno a uscire prima è ragionevole presumere di dovergli dare la possibilità di avere qualcosa d’altro. “C’è poi la possibilità che chi esce vada nel lavoro nero e così smetta di contribuire e questo naturalmente sarebbe l’esito peggiore”, ha osservato.
Quota 100, l‘assegno più basso ridurrà la platea interessata
“Io ho seri dubbi che il prossimo anno una vasta platea di persone risponda all’anticipo della pensione”, ha affermato l’economista Leonardo Becchetti, intervistato da “le formiche.net”. “Pesa sicuramente la penalizzazione e cioè il fatto che se vado in pensione prima il mio assegno viene decurtato in una misura compresa tra il 5 e il 30%. Un forte effetto scoraggiamento”, ha aggiunto. “Poi c’è questa ipotesi del divieto di cumulare la pensione ad altre attività: un freno che potrebbe benissimo non servire proprio perché il vero freno è l’assegno ridotto”, ha osservato.