Riforma pensioni, le ultime novità ad oggi 13 agosto 2018 su quota 100

Il governo Lega-M5S, guidato dal premier Giuseppe Conte per il superamento della Legge Fornero è al lavoro sull’introduzione della Quota 100 che prevede l’uscita dal mondo del lavoro quando la somma fra età anagrafica e contributi annui versati al fisco raggiunge il valore 100.

Negli ultimi giorni è spuntata l’ipotesi di riformare le pensioni con la quota 42, da affiancare alla quota 100. Secondo alcune indiscrezioni si potrebbe andare nella direzione della doppia anzianità di uscita, ovvero, la possibilità di lasciare il lavoro con 42 anni di contributi indipendentemente dal requisito anagrafico.

Pensioni, quota 100 le ultime novità ad oggi 13 agosto 2018.

Quota 100 e quota 42 saranno discusse dal Governo al prossimo tavolo per la legge di Bilancio 2019. Dunque, l’introduzione di Quota 100 nella prossima legge di bilancio potrebbe prevedere specifici paletti, tra requisiti di età e contributi versati e, si sta discutendo che al calcolo con sistema interamente contributivo venga affiancato l’ipotesi di divieto di lavorare e di sommare tali redditi a quelli di pensione.

Limite legato all’età per quota 100 dovrebbe essere fissata a 64 anni e l’altro paletto che potrebbe essere aggiunto per limitare la platea sarà quello dei contributi figurativi, che potranno essere conteggiati con dei limiti, secondo quando ipotizzato per massimo 2 anni.

Secondo Cesare Damiano del Pd: “Quota 100, se ha come requisito di base un’età anagrafica di 64 anni, oltre a restringere la platea dei potenziali fruitori, è meno vantaggiosa dell’Ape che parte dai 63 anni di età. Se a questo si aggiunge un ventilato ricalcolo contributivo a partire dal 1996 per chi dovesse utilizzare la Quota, saremmo di fronte a un cospicuo taglio dell’assegno pensionistico”.

Secondo quanto stimato, il governo dovrebbe mettere a disposizione 4 miliardi per la quota 100 nella legge di bilancio 2019 e per applicare la quota 100 senza paletti servirebbero cifre ben maggiori che si aggirano sui 14 miliardi fino a sfiorare i 21 miliardi annui di euro nel 2028.

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