La riforma delle pensioni 2019 avrà come punto focale Quota 100. Questo dato è risultato evidente analizzando le parole del Premier Conte ospite di DiMartedì. Sarà dunque possibile andare in pensione con Quota 100 a partire dai primi mesi del 2019, una volta raggiunti 62 anni d’età e 38 di contributi versati. “Quota 100 è irraggiungibile per le lavoratrici, sono tanti, troppi gli anni di contribuzione che sono richiesti dal provvedimento che stanno per proporre a meno che, non venga finalmente valorizzato e riconosciuto il “LAVORO di CURA” che tutte le donne indistintamente per radicata convenzione socio-culturale (e opportunismo di comodo…) svolgono, lavorando di fatto h 24 per 365 giorni l’anno (e 366 ogni quattro), fuori e dentro casa, a vantaggio di tutta la comunità”, ha segnalato Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social.
Quota 100 ed Opzione donna: l’analisi del CODS
“Le Donne non sono e non vogliono essere spettatrici idiote della loro vita che è legata al destino della loro pensione e dunque scrivono, partecipano, condividono il loro dissenso e lo disseminano ovunque. Si passano la voce, si documentano, si attivano e comprendono perfettamente che questa che si sta trattando non è una manovra per donne, e dunque chiedono ai membri delle commissioni ed al Governo di inserire emendamenti in loro favore nella LdB“, ha dichiarato l’amministratrice del CODS in un post.
Anche le parole pronunciate da Shangai dal Vice Presidente del Consiglio dei Ministri Luigi Di Maio sulla proroga di Opzione donna, non convincono l’amministratrice del gruppo nato in rete:”Di Maio adopera l’annuncio della possibile proroga dell’Opzione Donna, che ben sappiamo non essere contenuta esplicitamente in nessun documento istituzionale, per difendere le macroscopiche mancanze del suo governo che, come noi del CODS abbiamo ribadito più volte, ha completamente dimenticato il pilastro su cui si basa il welfare della nostra società: NOI, LE DONNE!
E ora, bel bello, si riempie la bocca dicendo che ha dato spazio proprio alla platea femminile rimettendo in campo una misura, peraltro parlando come se l’avesse studiata lui, ma che esiste fin dal 2004 e che MOLTE donne NON posso scegliere perché economicamente svantaggiosa a causa proprio delle carriere discontinue cui , giocoforza, sono spessissimo obbligate oltre che a causa dei minori salari percepiti, condizioni queste che si riverberano in maniera devastante con l’applicazione del sistema totalmente contributivo ma, ben favorevole invece, per le casse dello stato; avendo anche spregiudicatamente l’ardire di aggiungere che quella delle donne è platea dimenticata dai governi precedenti……e qui mi fermo”, ha osservato Armiliato.
L’amministratrice del CODS ha incalzato”Bene Ministro: ci indichi immediatamente DOVE sono i provvedimenti che contemplano attenzione per le lavoratrici? A che numero di articolo corrisponde la rubricazione del riconoscimento del lavoro di cura, per citarne uno? Ci vuole segnalare, cortesemente, i numeri dei capitoli dove sono rubricate queste norme che non dimenticano le lavoratrici, al contrario di quanto è a suo dire avvenuto durante i governi precedenti? Perché vede, NOI NON NE ABBIAMO TROVATO TRACCIA, ALCUNA”.
Armiliato, rivolgendosi a Di Maio, ha formulato al Governo la richiesta che la proroga di Opzione donna venga inserita come emendamento alla Legge di Bilancio 2019.”Dunque, si affretti senza meno con un semplice emendamento da inserire in LdB a far diventare norma la Proroga dell’Opzione Donna, almeno fino al 2021: ponga se non altro in questo modo, corrente e commerciale, un argine al danno che ci ha recato non contemplando nessun provvedimento in LdB oltre ad averci utilizzato per giustificare e dar voce, a suo esclusivo vantaggio, ad una contrapposizione con il Presidente dell’Inps”.