Riforma pensioni, Legge di Bilancio e Quota 100: tutte le ultime novità

Le ultime notizie sulla riforma della pensioni sono strettamente legate al DDL Bilancio. L’UE ha bocciato la manovra economica dell’Italia, in quanto l’esame del testo da parte della Commissione avrebbe confermato “l’esistenza di un’inosservanza particolarmente grave della raccomandazione rivolta all’Italia dal Consiglio il 13 luglio 2018” ed evidenziato un non rispetto del “criterio del debito”. L’UE ritiene, dunque, “che l’apertura di una procedura per deficit eccessivo basata sul debito” sia “giustificata“.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato in un post: “Sulla manovra economica il Governo è pronto a un confronto costruttivo con la Commissione europea. Sabato incontrerò il presidente Juncker, al quale esporrò l’impostazione, l’ispirazione e le caratteristiche della nostra manovra economica, al fine di rimarcarne la solidità ed efficacia”. “Siamo tutti concentrati a realizzare le riforme che vanno bene al nostro Paese e confido di poter convincere anche i nostri interlocutori europei”, ha precisato. “Andiamo avanti, convinti che questa sia la strada migliore anche per ridurre il debito con vantaggio per il nostro Paese e anche per l’Europa”.

“All’Europa chiedo rispetto per il Popolo Italiano, visto che paghiamo ogni anno almeno 5 miliardi in più di quello che ci torna indietro. Diritto al lavoro, diritto alla salute e allo studio, meno tasse e più sicurezza: noi andiamo avanti!”, è il commento del Ministro dell’Interno Matteo Salvini su Facebook.

“E’ un fatto molto grave e preoccupante. Il Governo Conte non può continuare a fare orecchie da mercante dopo che la UE ha rigettato oggi definitivamente il documento programmatico di bilancio del governo per il 2019 in considerazione della violazione particolarmente significativa delle regole di bilancio”, ha sottolineato il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, a margine di un’iniziativa sindacale.

Quanto bisogna aspettare ancora prima che il Governo Conte si convinca che è arrivato il momento di correggere la manovra economica aprendo un confronto anche con le parti sociali?“, si è chiesta la leader della Cisl. “Noi abbiamo la nostra piattaforma unitaria, con proposte responsabili che rappresentano le istanze di milioni di lavoratrici e lavoratori. Il Presidente del Consiglio Conte farebbe bene ora ad aprire un dialogo chiaro non solo con le istituzioni europee, ma anche con il sindacato se vogliamo salvare il Paese da una grave crisi finanziaria che avrebbe ripercussioni terribili per la vita di milioni di italiani”, ha puntualizzato .

Riforma delle pensioni 2019: cosa accadrà adesso?

A giudicare dalle parole di Conte e Salvini non dovrebbero esserci ripensamenti sulla Legge di Bilancio 2019 e sulle riforme in esso contenute. Gli effetti della procedura d’infrazione si vedranno nel medio e lungo periodo.

“Tanto tuonò che piovve!”, ha affermato Mauro D’Achille amministratore del gruppo “Lavoro e Pensioni: Problemi e soluzioni”. “Come qualunque persona di buon senso aveva ampiamente previsto, la legge finanziaria italiana è stata bocciata dall’Europa. Adesso, per evitare multe miliardarie, la si dovrà rivedere”, ha osservato.
E indovinate un po’ quali saranno i provvedimenti che probabilmente subiranno i maggiori tagli? Reddito di cittadinanza e manovra pensioni, che da sole costano l’un per cento di tutta la manovra. Cosa farà ora il governo? Continuerà a dire “me ne frego” portandoci tutti a sbattere contro un muro oppure scenderà a più miti consigli?”, ha aggiunto.

Riforma delle pensioni: lo scontro su Quota 100.

Il cuore della riforma delle pensioni 2019 dovrebbe essere l’introduzione di Quota 100. La misura dovrebbe entrare in vigore i primi mesi del prossimo anno, se lo scenario che si è aperto con la bocciatura del DDL Bilancio dovesse consentirlo. Le dichiarazioni rilasciate dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, sulle risorse stanziate per Quota 100 sono state liquidate dal Vice Premier Luigi Di Maio come “inutili allarmismi”. Alessandra Servidori, docente, editorialista ed esperta in politiche del welfare, è di avviso contrario.

“La verità di Boeri non fa una piega”, ha affermato su “le formiche.net” “e invece sulla proposta che ancora non ci è dato conoscere perché ipoteticamente affidata ad un successivo ddl in coppia con il reddito di cittadinanza, pare interverrebbe su un’età minima di 62 anni, mentre per usufruire del canale di accesso alla pensione sulla base dell’anzianità di servizio, a prescindere dall’età anagrafica, sarebbero sufficienti 41,5 anni”.

“Non è chiaro se resterebbe o meno un tetto per i periodi di contribuzione figurativa (si è parlato di 2 o 3 anni e basta). Degli oneri occorrenti, degli effetti sulla sostenibilità del sistema pensionistico, del numero e della tipologia dei soggetti che trarrebbero beneficio e di quelli che invece pagherebbero il conto (piuttosto salato) si è scritto a iosa in questi giorni, tanto che non vale la pena di insistere, perché – come dice il proverbio – non esiste una persona che sia più sorda di chi non vuole sentire”, ha aggiunto.

La professoressa Servidori ha sottolineato:”Quanto poi a quel che sta succedendo oggi con uno spread ballerino e in crescita come non essere preoccupati e non essere fortemente europeisti convinti: noi i conti li sappiamo fare. Salvini, Di Maio, Conte e anche Tria insistono. La divergenza economica rispetto agli altri Paesi e il rischio di isolamento politico in Ue è già realtà. Tanto deficit ma per aumentare spesa corrente e pensionistica, rappresenta una sconfitta per i giovani, ancora una volta emarginati e penalizzati. E per l’Italia”.

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