Riforma delle pensioni: l’Ape volontario. E’ stato reso operativo lo strumento dell’Ape volontario per andare in pensione. Marco Leonardi, consulente economico di Palazzo Chigi, a proposito dell’ultima novità in tema di pensioni, ha così precisato in un post:”Un simulatore Inps calcolerà l’ammontare dell’anticipo pensionistico da richiedere e il relativo costo (da restituire a rate ventennali a valere sulla pensione). Il costo dell’assicurazione (che paga il debito residuo se il richiedente dovesse mancare prima della fine dei 20 anni) e degli interessi sarà pagato per metà dallo Stato e per metà dall’azienda (se l’azienda è d’accordo a pagare gli anni di contributi che ti mancano per andare in pensione -la cosidetta Ape aziendale)”.
Leonardi è entrato poi nel dettaglio:”Facciamo un esempio: una persona che ha diritto a una pensione mensile netta di 2000€ chiede un’anticipo APE di 1600€ al mese per 2 anni, pagando una rata di 227€ al mese per 20 anni (mentre la rata rimane fissa la pensione si rivaluta nel tempo). Se quando lascia l’azienda, l’azienda paga all’INPS i 2 anni di contributi che gli mancano (pari a 22.880 euro), il lavoratore avrà una pensione di 2076€ (invece di 2000€) e quindi praticamente l’azienda gli paga l’altra metà dei costi per l’assicurazione e gli interessi (l’altra metà e coperta comunque dallo Stato)”.
Pensioni e flessibilità in uscita. Le ultime dichiarazioni di Camusso e Barbagallo.
Rimanendo n tema di pensioni ed Ape volontario, i segretari generali di Cgil e Uil, rispettivamente Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo, hanno rilasciato alcune dichiarazioni. Per Camusso :”L’Ape volontaria è una forma molto costosa per le persone”. “L’Ape volontaria è uno strumento che ributta sulle persone quello che non si è voluto fare in termini di flessibilizzazione del sistema previdenziale. Non siamo affascinati da questa gara dei numeri: il sistema è troppo rigido e non risponde alle esigenze e difficoltà delle persone”, ha sottolineato il leader della Cgil.
Barbagallo, a proposito dell’Ape volontario, ha precisato:”E’ stata una scelta del Governo e saranno i lavoratori a valutare liberamente se utilizzarla o meno. A noi, invece, interessa sottolineare quanto ottenuto su un altro fronte, grazie alla mobilitazione dei lavoratori e all’impegno del Sindacato”. “Siamo riusciti, cioè, a reintrodurre un principio di flessibilità in virtù del quale 15 categorie di lavori gravosi, i disoccupati, le persone con forti disabilità e chi presta loro assistenza possono accedere alla pensione a 63 anni, senza alcun aggravio, con l’Ape sociale”, ha aggiunto.
L’impegno del sindacato non è terminato. “Nella prossima legislatura”, ha proseguito Barbagallo, “chiederemo che si avvii la terza fase sulla previdenza per affrontare il tema della flessibilità per tutti a 63 anni, in media con quanto avviene nel resto d’Europa, per eliminare le disparità di genere che penalizzano le donne, per valorizzare il lavoro di cura e per dare più peso alle future pensioni dei giovani penalizzati da una contribuzione discontinua”. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.