Riforma delle pensioni. E’ entrato nel dibattito attuale sulla riforma delle pensioni il segretario generale di Spi Cgil, Ivan Pedretti. Il leader sindacale, a proposito delle modifiche che si vorrebbero introdurre sulle pensioni, ha affermato in un post:”Poche e confuse idee. Tante promesse, la maggior parte delle quali irrealizzabili. Sulle pensioni basterebbe dire che si vuole bloccare l’aspettativa di vita anziché spararla grossa. Avrebbe un costo sostenibile e garantirebbe a tante persone di potersi ritirare prima dal lavoro”.
“Nulla invece viene detto su temi altamente rilevanti come la sanità e la non autosufficienza anche se riguardano milioni di anziani e le loro famiglie. Credo che oggi più che mai la Cgil debba riaffermare la sua totale e incondizionata autonomia e lavorare alla costruzione di un progetto con cui incalzare la politica. Il mio auspicio è che la Conferenza di programma di fine gennaio sia l’occasione giusta per farlo”, ha sottolineato.
Riforma delle pensioni 2018: il punto di Anna Giacobbe.
Sempre in tema di riforma delle pensioni, Anna Giacobbe, deputato del Pd e membro della Commissione lavoro alla Camera, ha affermato:”Ci sono molte situazioni in cui interpretazioni restrittive, o vere resistenze passive, dell’INPS compromettono o ritardano la possibilità di utilizzare gli strumenti che ci sono per andare in pensione con requisiti umani: le resistenze ad affrontare questa questione possono essere finalmente superate”. Per Giacobbe:”Con risorse contenute (perché si tratta di cominciare) si può iniziare a costruire qualcosa per l’avvenire, per chi andrà in pensione tra venti o trent’anni, perché nessuno dei giovani debba dire “in pensione non ci andrò mai”: si chiama pensione di garanzia, torneremo a parlarne”. Giacobbe ritiene che affinché il sistema previdenziale sia giusto e sostenibile è necessario “che ci sia una quantità sufficiente di contributi versati, e quindi lavoro regolare e giustamente retribuito e una economia che produce ricchezza e la distribuisce equamente; e magari che non si scarichino sulle pensioni altri problemi sociali, come è accaduto”.
Per l’esponente politico:”Intervenire sulle pensioni non può prescindere dagli interventi su economia e lavoro. Crescita (del mercato interno e delle esportazioni, quindi sostegno alla piccola e media impresa, soprattutto) assunzioni (conseguenza della crescita che riprende, delle agevolazioni contributive sul lavoro con l’abbattimento del cuneo fiscale, della lotta al lavoro sommerso), un equo sistema di redistribuzione della ricchezza e pensioni sono tra loro interconnessi. Sono l’uno la conseguenza dell’altro. Se non si parla di questo, non si parla di nulla”.
Riforma delle pensioni, modifiche alla Legge Fornero.
Antonella Incerti, deputato del Pd e membro della Commissione lavoro alla Camera ha affrontato l’argomento della riforma delle pensioni, soffermandosi sulle modifiche alla legge Fornero che sono presenti nei programmi di governo di alcune forze politiche. “In un Paese senza memoria possono ancora raccontare frottole”, ha affermato.”La riforma Fornero (in realtà manovra Salvaitalia) fu la conseguenza del disastro finanziario del Paese causato proprio da questi signori (80 miliardi da recuperare in fretta e furia se no saltava tutto) e val la pena ricordare che l’adeguamento del l’aspettativa di vita ai requisiti per andare in pensione fu introdotto dal Governo Berlusconi e dai suoi estensori quali Sacconi nel 2010 …. dunque bella faccia tosta ora”, ha aggiunto. Incerti ha proseguito:”Mi piacerebbe raccontarvi il dietro front della signora Meloni in commissione lavoro (a cui avrà partecipato giusto 3 volte in 5 anni ma d’altra parte lei è una leader ….) sulle pensioni d’oro…. Propaganda da due soldi”.
In tema di riforma delle pensioni e legge Fornero, l’on. Roberto Simonetti, deputato della Lega ha osservato:”E’ da sette anni, a partire dall’approvazione del Salva Italia di Monti – Fornero del 2011, che la Lega vuole modificare la riforma delle pensioni che ha portato, a partire dal 2019, i lavoratori, sia uomini che donne, a dover compiere i 67 anni di età per potersi congedare dal lavoro e poter così andare in pensione”. “Bene fa quindi il nostro Segretario Federale Matteo Salvini a imporre alla coalizione di centro destra come primo punto programmatico la cancellazione della Legge Fornero”, ha aggiunto. Per Simonetti:”La linea da seguire è molto semplice quanto rispettosa della dignità delle persone: dopo 41 anni di lavoro è giusto poter dire basta e non si può obbligare i lavoratori a stare in fabbrica, in cantiere, e in tutti i luoghi di lavoro fino a 67 anni. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.