Pensioni, la nona salvaguardia degli esodati nei programmi dei vari schieramenti politici

La nona salvaguardia degli esodati nel programma elettorale dei vari partiti politici. Ancora al centro del dibattito politico c’è l’approvazione della nona salvaguardia per i 6000 lavoratori rimasti esclusi dalle precedenti tutele. Luigi Metassi, curatore del blog Il volo della Fenice, nel contributo pubblicato nei giorni scorsi ha fatto la disamina dei vari programmi politici sottolineando come sembra che sia finita nel dimenticatoio, fatta eccezione per un paio di forze politiche, la questione dei 6.000 esodati esclusi dall’ottava salvaguardia.

Il partito Potere al Popolo ha inserito nel suo programma la nona salvaguardia degli esodati e la stabilizzazione di l’opzione donna. I loro rappresentanti, intervenuti all’incontro tenutosi pochi giorni fa a Milano con il Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” a sostegno della nona salvaguardia, hanno manifestato una notevole apertura su tali questioni.

La nona salvaguardia degli esodati nel programma di Liberi e Uguali e della Lega.

Sottolinea Metassi, che riscontri positivi sono giunti invece da esponenti di Liberi e Uguali e della Lega, uniche due formazioni politiche che hanno inserito la nona salvaguardia nel loro programma politico. Chiara e netta è la posizione di Liberi e Uguali che, al capitolo Welfare del programma, scrive testualmente “va garantita la stabilizzazione di “Opzione donna” e, con una nona salvaguardia, la definitiva soluzione del problema degli esodati”. Parimenti, la Lega inserisce la nona salvaguardia per la platea degli esodati esclusi dalle precedenti salvaguardie al punto 9) e la proroga di Opzione Donna al 2018 al punto 10) del capitolo “Pensioni”del suo programma.

Per restare nell’ambito della questione esodati, sottolinea Metassi, la posizione del M5S che, come altre formazioni politiche, ancora non si è espresso, palesa invece una generale approssimativa conoscenza della tematica non comprendendo che “quota 100” e “quota 41” non sono soluzioni applicabili agli esodati in quanto, avendo lasciato il lavoro con la prospettiva di una “quota 97” o “quota 40” ancora da raggiungere, non avrebbero ora la materiale possibilità di raggiungere requisiti che richiedessero una contribuzione maggiore di quella originariamente prevista.

Inoltre, un dato che sfugge quasi tutti, evidenzia Metassi nel suo ultimo articolo su Il volo della Fenice, è che per le otto salvaguardie, è vero che furono inizialmente stanziati 11,5 miliardi ma è altrettanto vero che, a consuntivo di otto salvaguardie, ne risultano spesi appena 8. Considerando che nel programma prevedono l’abolizione della legge Monti-Fornero, è possibile che ritengano con questo di dare soluzione anche al problema esodati ma una siffatta tesi solleva apprensioni non marginali: una legge non può essere semplicemente “abolita” ma deve essere “abrogata” da una nuova legge, nell’iter della quale potrebbe naufragare l’ipotesi di una nona salvaguardia.

La questione della nona salvaguardia degli esodati non è di natura assistenziale ma di legittimi diritti previdenziali negati.

Come già sostenuto dal blog Il volo della Fenice, rimarca Metassi, e dal Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” in innumerevoli circostanze, la questione esodati non è di natura assistenziale ma di legittimi diritti previdenziali negati che uno stato evoluto, civile e democratico, deve obbligatoriamente sentirsi in dovere di ristabilire e questo dovere deve prevalere sul programma politico di qualsiasi formazione politica, di governo come di opposizione, pena il venir meno della credibilità stessa dei suoi programmi. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.

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