Riforma delle pensioni 2018. Flessibilità in uscita, pensioni di garanzia e lavori di cura nel dibattito previdenziale

Il rapporto sulle pensioni italiane contenuto nel Pensions Adequacy Report 2018 della Commissione europea è stata l’occasione per Ignazio Ganga, segretario confederale della Cisl, per focalizzare i temi d’intervento che dovranno essere affrontati nel confronto con il nuovo Esecutivo nella riforma delle pensioni 2018. “La Commissione europea nel suo rapporto sull’adeguatezza delle pensioni suggerisce all’Italia di prendere misure che rafforzino la capacità redistributiva delle pensioni obbligatorie, anche integrando le prestazioni con quelle dei fondi pensione.

Siamo assolutamente d’accordo”, ha affermato, sottolineando che si tratta di ciò che la piattaforma sindacale ha “cercato di fare con il confronto con il Governo nel 2016 e nel 2017, con cui siamo riusciti, pur condizionati da pesanti vincoli finanziari, a reintrodurre elementi di solidarietà ed equità nel sistema previdenziale e a far riconoscere che i lavori non sono tutti uguali”.

“Sappiamo che c’è ancora molto lavoro da fare”, ha aggiunto il sindacalista, “e vogliamo continuare sulla strada della solidarietà anche nel futuro”. “In questa direzione va la nostra richiesta di ragionare su di una pensione di garanzia per i pensionati del futuro, in particolare i giovani che hanno oggi carriere spesso discontinue e retribuzioni non sempre adeguate e sulla copertura previdenziale dei periodi di cura. Auspichiamo per questo che sia possibile confrontarci quanto prima con le istituzioni non chiudendo il cantiere previdenziale aperto nel Paese per volere del Sindacato”, ha precisato.

Ganga ha elencato i temi sui quali il sindacato intende avviare un confronto con il nuovo governo: rendere strutturale il modello degli anticipi pensionistici messi in essere con l’istituto dell’Ape (sociale, volontaria e aziendale); la pensione contributiva di garanzia per i giovani; l’integrazione delle categorie dei lavori gravosi e usuranti attraverso il confronto nella specifica commissione stabilita dall’accordo governo sindacati,”da varare immediatamente insieme a quella che dovrà confrontarsi sulla spesa pensionistica”; la rivisitazione del meccanismo della perequazione che agisca sulle pensioni in essere e l’incentivazione dell’adesione ai fondi di previdenza complementare.

Il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, a proposito della riforma delle pensioni 2018, ha chiarito il punto di vista del sindacato: “E’ bene continuare a modificare la Legge Fornero, per garantire una maggiore flessibilità di accesso alla pensione intorno ai 63 anni e favorire un concreto rilancio ed un rafforzamento della previdenza complementare”.

Riforma delle pensioni 2018: la battaglia del CODS per il riconoscimento dei lavori di cura.

Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social, ha ribadito la necessità che venga posto quale tema d’intervento nella riforma delle pensioni 2018 il riconoscimento dei lavori di cura. Armiliato ha sviluppato il suo ragionamento partendo da una riflessione sul 1°maggio: “Questa festa ricorda le battaglie operaie in particolare quelle volte alla conquista di un diritto ben preciso: l’orario di lavoro limitato e regolamentato che doveva prevedere un totale di otto ore da svolgere giornalmente, diritto che poi fu conquistato ed acquisito in tutta Europa e che è tutt’ora vigente”, ha affermato.

“Ma, il pensiero non può che riportarci alle donne ed alla istanza sostenuta dal nostro Comitato ed allora, la domanda che rivolgo è la seguente: chi di voi signore non ha anche quest’oggi rassettato le stanze, steso o ritirato il bucato, preparato il pranzo di cui ieri preventivamente ci si è premurate di acquistarne gli ingredienti, accudito il genitore anziano che non può più fare da solo?

E potrei andare avanti a riempire pagine elencando le attività che oggi le donne, nella festa dedicata ai lavoratori, hanno comunque svolto e svolgeranno, dunque, questi, non sono lavori? Cosa sono, passatempo, hobbies alla stregua del bricolage o del lavoro a maglia? No…niente affatto è lavoro ed ha un nome ed un cognome e, sebbene sia da tutti ben conosciuto non è ancora stato RIconosciuto e conseguentemente non è mai stato valorizzato, si chiama ‘LAVORO DI CURA’ ed è con questo nome che diamo materialità all’invisibile lavoro svolto dalle donne“, ha precisato.

L’amministratrice del CODS ha incalzato:”Ricoprendo una serie di ruoli le donne diventano i pilastri delle famiglie e tengono in piedi lo stato sociale quel welfare del quale tanto si parla e sul quale poco si fa. Sono le donne ad essere sempre in equilibrio per conciliare i tempi di lavoro fra quello domestico e non, ma senza che ci sia una corresponsione né di carattere contributivo né economico, in una parola un lavoro enorme svolto anche per colmare le molte carenze del sistema e di cui tutti beneficiano, gratuitamente”.

Il CODS rivendica il riconoscimento e l’attribuzione di un diritto per le donne, TUTTE, ponendo al centro il riconoscimento del “lavoro di cura” perché oltre ad essere gravoso, è una risorsa per tutta la comunità ed è dunque indispensabile rimediare a questo iniquo sistema che vige, in modalità occulta, da sempre”, ha sottolineato Armiliato. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.

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