Riforma pensioni, le novità ad oggi 21 luglio 2018

Continua lo scontro tra governo Lega-M5S e l’Inps, dopo l’audizione di Tito Boeri alla Commissione Finanze della Camera. Il presidente dell’Inps, in audizione, ha risposto alle accuse che gli erano state fatte nei giorni scorsi dai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Continua lo scontro tra governo Lega-M5S e l’Inps.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, nei giorni in cui si è parlato del presunto complotto dell’INPS contro il governo, aveva richiesto le dimissioni di Tito Boeri: “se il presidente dell’INPS non è d’accordo su niente delle linee politiche del governo, si dimetta“.

Il presidente dell’Inps ha risposto: “Se nelle sedi istituzionali opportune mi venisse chiesto di lasciare il mio incarico anticipatamente perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo, ne trarrei immediatamente le conseguenze. Ciò che non posso neanche prendere in considerazione sono le richieste di dimissioni on line e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale”.

Tito Boeri, ha concluso la sua audizione alla Camera dicendo: “Soprattutto non sono affatto disposto ad accettare l’idea che chi ricopre l’incarico di presidente dell’INPS debba in tutto e per tutto sposare le tesi del Governo in carica. L’esecutivo che mi ha nominato non mi ha mai chiesto di giurare fedeltà al suo programma, né io avrei mai accettato di farlo. Chiedo lo stesso rispetto istituzionale a questo esecutivo, non tanto per me stesso, quanto per la carica che ricopro.”

“L’Inps – ha proseguito – ha 120 anni di storia alle spalle, è un’istituzione che ha contribuito a tenere insieme il paese in anni molto difficili. Obbligare il suo Presidente a schierarsi politicamente significa rendere l’istituzione che ho il grande onore di presiedere una istituzione che promuove il conflitto anziché la coesione sociale e svilire le grandi competenze che ha al suo interno. Non sono perciò in nessun modo disposto ad accettare che questo avvenga”.

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