Pensioni e previdenza privata, le ultime novità dall’Adepp

Secondo i dati emersi dall’ottavo Report Adepp sugli Enti di Previdenza Privati crescono gli iscritti, crescono i redditi, crescono i contributi, cresce il numero delle donne professioniste. Se da una parte, infatti, i lavoratori dipendenti sono in diminuzione, come certifica anche l’Istat, dall’altra sono proprio i liberi professionisti a portare a casa un segno +. Dalle tabelle pubblicate sul report 2018, risulta evidente come il peso percentuale dei liberi professionisti sia aumentato, passando dai circa 5 punti percentuali del 2007 ai 6 punti percentuali del 2017. E sul fronte entrate contributive, da sottolineare che in 13 anni si registra l’81% in più, sfiorando nel 2017 i 10 miliardi di euro.

“Le Casse”, ha sottolineato il Presidente Adepp, Alberto Oliveti , nel corso della presentazione del Report, “cercano di leggere e interpretare i cambiamenti in atto e il rapporto ci fornisce i dati per svolgere con efficacia questa nostra funzione”. “Ogni Cassa ha aumentato il proprio valore. Il valore creato con l’esercizio delle professioni liberali che crea politiche di protezione è  una efficacia risposta al cambiamento. Cambiamento che noi cerchiamo di leggere, anticipare e se possibile cavalcare”, ha dichiarato. Sollecitando le Casse a stare più vicine alle donne professioniste il Ministro  per la Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, nel suo intervento ha sottolineato:“Saranno loro a pagare le vostre pensioni, dovete aiutarle nella fase più fragile. Fare figli e gestirli è un compito che in Italia grava quasi esclusivamente sulle donne e nella professione diventa complicato conciliare famiglia e lavoro”.

Diminuiscono gli under 40, aumentano gli over 60

La platea degli iscritti Adepp è invecchiata. Il numero di iscritti “under 40” è diminuito dal 41% del 2005 all’attuale 28,5%. Nello stesso arco temporale è aumentato il numero degli “over60” che è cresciuto dal 10% al 18%. Il numero dei nuovi iscritti è diminuito del 12% dal 2005 al 2017.

Una situazione dovuta a vari fattori. Sicuramente hanno influito le riforme previdenziali che hanno comportato l’innalzamento dell’età pensionabile e la sempre maggiore proporzionalità delle prestazioni pensionistiche ai versamenti effettuati (contributivo) e non più al reddito (retributivo). Ma non solo. E’ indubbio l’invecchiamento della popolazione italiana ed la diminuzione degli iscritti alle università.

Aumentano le iscritte, ma resta il gap di genere

Negli ultimi 11 anni la percentuale di iscritte donne è salita notevolmente. Le donne rappresentano, al 2017, il 36% del totale degli iscritti. Tra i nuovi iscritti, il 51% è donna. Le professioniste sono mediamente più giovani degli uomini (l’età media delle donne è di circa 44 anni, contro i 49 degli uomini). Le donne under 40 sono il 37,8% del totale degli iscritti contro il 23,3% degli uomini.

Restano comunque i gap di genere collegati ai redditi e alla regione di appartenenza. Le libere professioniste donne guadagnano in media il 38% in meno dei loro colleghi. Al Nord la differenza di reddito uomo donna è del 44%, al Centro del 40% mentre al Sud del 33%.

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