Riforma pensioni e Quota 100. Tutte le ultime novità

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha chiarito le motivazioni che hanno provocato lo slittamento dell’approvazione del decreto legge “pensioni” al prossimo Consiglio dei Ministri. “È un provvedimento molto complesso, ci stiamo lavorando da mesi e vogliamo farlo bene”, ha dichiarato ai giornalisti a margine di un’iniziativa organizzata dai Consulenti del Lavoro. “Stiamo prevedendo un sistema integrato ed abbiamo differito alla settimana prossima perché abbiamo acquisito anche il parere della Ragioneria“, ha precisato.

Quasi a smentire le voci di disaccordi tra i partner politici al Governo ha sottolineato: “Non vuol dire che ci sia alcun problema, assolutamente”. “Quello che interessa è la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Dovete considerare che dal momento in cui viene deliberato in Consiglio dei Ministri è pubblicato in Gazzetta. Se facciamo tutte le verifiche prima sarà pubblicato tempestivamente”, ha puntualizzato.

Conte sulla riforme ideate dal Governo

Il Premier è entrato nel merito della riforme ideate dal Governo in un post. “Incentiviamo le assunzioni, creiamo le condizioni ideali per lo sviluppo delle nostre imprese e rimettiamo in moto il Sistema Italia. Sono questi gli obiettivi primari dell’azione del Governo. Non possiamo più attendere per dare risposte alla folta platea di cittadini inattivi e a troppi nostri giovani che sono tagliati fuori dalla possibilità di poter costruire una famiglia e di contribuire alla crescita economica e sociale del Paese”, ha affermato.

“Con “Quota 100” stimoliamo un ricambio generazionale e con il reddito di cittadinanza diamo vita alla più decisa e coraggiosa politica attiva per l’occupazione degli ultimi anni. Si tratta, per noi, di un manifesto politico. E proprio per questo vogliamo fare le cose per bene. Il differimento alla prossima settimana del decreto in Consiglio dei Ministri risponde proprio a questa nostra determinazione“, ha aggiunto.

“Il capitale umano oggi disperso in Italia può essere valorizzato con il sostegno economico dello Stato, che accompagna un percorso di formazione mirato a far incontrare la domanda e l’offerta di lavoro. In manovra, inoltre, abbiamo previsto incentivi per le imprese che assumono, misure per ridurre il costo del lavoro e abbiamo compiuto il primo passo verso una riforma organica del sistema fiscale: i professionisti e le piccole imprese con ricavi inferiori ai 65.000 euro annui da quest’anno potranno accedere ad una flat tax del 15%, e dal 2020 anche coloro che hanno ricavi tra i 65.000 e i 100.000 euro potranno beneficiare di un’aliquota piatta del 20%. Si tratta di uno strumento fondamentale per far tornare a respirare tutte quelle professionalità che in questi anni hanno avuto sulle proprie spalle un carico fiscale troppo gravoso”, ha concluso Conte.

Quota 100 e pubblica amministrazione

I sindacati continuano a manifestare  disappunto per il mancato confronto con il Governo sui temi di pensioni e lavoro. “Il governo rinvia l’emanazione del Decreto su Quota 100 e persevera nell’errore di escludere il sindacato da qualsiasi confronto di merito, vanificando così un’opportunità determinante per evitare soluzioni pasticciate”, ha dichiarato Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC Cgil.

“Come trapela da fonti di stampa e da dichiarazioni di ministri e sottosegretari, ha proseguito Sinopoli, “il provvedimento presenta una inaccettabile e ingiustificata differenziazione tra i lavoratori pubblici e il resto del mondo del lavoro. Sembra infatti che la finestra di uscita per i lavoratori pubblici, rispetto alla data di maturazione del requisito 100, venga spostata avanti di sei mesi contro i tre degli altri lavoratori.

Quindi, per quanto riguarda la scuola, se ci saranno ulteriori rinvii, si corre il rischio di penalizzare migliaia di lavoratori che, a causa della tempistica ristretta e delle specifiche esigenze del calendario scolastico, non potranno occupare i posti lasciati liberi dal personale docente e ATA beneficiario della Quota 100“. “Per un assurdo tentennamento, il governo rischia un pasticcio con una penalizzazione del personale della scuola che sarebbe inaccettabile e contro la quale ci  mobiliteremo”, ha avvertito l’esponente sindacale.

Quota 100 ed erogazione del TFR/TFS

Sinopoli ha affrontato anche il tema di Quota 100 e degli interessi da pagare sul TFR/TFS in caso di anticipo della liquidazione rispetto a quanto previsto. “Vi è poi l’altra grave vessazione legata all’erogazione del TFR/TFS per i dipendenti pubblici: per poterlo anticipare, stando a quanto affermato da autorevoli esponenti del governo, si dovrà ricorrere ad un prestito bancario, con gli interessi parzialmente a carico dello Stato.

Insomma per aver i propri soldi il lavoratore dovrà accendere un mutuo (un autentico paradosso), le cui modalità non potranno essere a costo zero per il lavoratore e per lo Stato. Possibile che si dimentichi che le liquidazioni sono un diritto maturato in decenni di lavoro ?”. “Se non ci saranno segnali nuovi alle richieste sindacali, la mobilitazione si renderà necessaria. La FLC Cgil sarà parte attiva delle lotte che la Cgil sta mettendo in campo insieme alle altre confederazioni sindacali, ha precisato Sinopoli, “a partire dalla manifestazione già fissata per il 9 febbraio”.

Richiede precisazioni sull’argomento anche la Uil. ” La Ministra Bongiorno è tornata nuovamente sul tema dell’anticipazione del Tfr/Tfs dei dipendenti pubblici. Alla luce di quanto dichiarato sulla spesa degli interessi, vogliamo capire quale è la posizione ufficiale della Governo”, ha dichiarato Antonio Foccillo, responsabile del Settore del pubblico impiego del sindacato.

“La riscossione della liquidazione dei lavoratori pubblici al momento del pensionamento è una rivendicazione di giustizia che deve porre fine a un’ingiustificata discriminazione tra dipendenti che si sta protraendo da troppo tempo. Per questo motivo, ribadiamo alla Ministra la richiesta di convocazione per individuare una soluzione condivisa per evitare che anche la Quota 100 possa essere un’ulteriore svantaggio nei confronti dei lavoratori pubblici, che potrebbero ricevere la propria buona uscita fino a 8 anni dopo la data del prepensionato”, ha precisato.

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