Riforma pensioni e Quota 100. Le ultime novità ad oggi

Il Vice Premier Luigi Di Maio ha confermato che dopodomani, giovedì 17 gennaio, saranno portate in Consiglio dei Ministri per l’approvazione Quota 100 ed il Reddito di Cittadinanza. Il testo del decreto legge contenente i due pilastri dell’accordo del Governo Lega-M5S è stato rimaneggiato più volte, come dimostrano le bozze circolanti in questi giorni.

Rimangono ancora da chiarire alcuni dettagli su Quota 100, come la questione degli interessi sul TFS/TFR in caso di anticipo della liquidazione: saranno a parziale o totale carico dello Stato? Un altro punto da chiarire è relativo alla misura per le pensioni anticipate delle donne. Quali saranno i requisiti per poter accedere ad Opzione donna? Le continue modifiche della misura nelle varie bozze del decreto lasciano un ampio margine d’incertezza sul risultato finale.

Riforma delle pensioni 2019, il punto del CODS

Lo slittamento dell’approvazione del decreto legge “pensioni” fa nascere il sospetto che, come sostenuto dall’esponente dem Cesare Damiano, le risorse stanziate non siano sufficienti a mantenere tutte le promesse del Governo. Se fossero confermate le indiscrezioni che indicano tra le ragioni del rinvio la ricerca di nuove coperture, “questo sarebbe l’unico motivo plausibile per il quale, rispetto ai provvedimenti annunciati, ogni giorno si cambiano le carte in tavola, mantenendo le platee in attesa appese ad un filo pericoloso oltreché scomodo”, ha osservato Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social.

Armiliato ha proseguito:”Sempre più ci si rende conto che la somma dei provvedimenti promessi che ha generato il contratto stipulato fra le due forze che oggi governano il paese è irrealizzabile, anche alla luce dei numeri e delle analisi delle agenzie di rating piuttosto che Inps, Istat e di chi altro che continuano a rilevare la sottile linea che ci separa dalla recessione o, come ha detto il Ministro Tria dalla stagnazione…che è, rispetto ai temi economici, un termine allarmistico e, scomodo dicevo, perché non si può tenere le persone su una altalena per un così lungo periodo senza che sia possibile programmare almeno in linea di massima la propria vita che non coinvolge solo il futuro dei singoli ma di tutti e di tutto quello che ruota intorno ad un cambiamento significativo come è quello del raggiungimento della quiescenza”.

“Oramai, abbiamo ben capito che tutto ciò che legifereranno nulla ha a che vedere con quello che è stato promesso: non ci sarà nessuna cancellazione della Monti-Fornero ma solo l’inserimento di qualche forma di flessibilità per pochi e con molte penalizzazioni”, ha affermato Armiliato, chiedendo al governo di chiudere “al più presto questo penoso capitolo che state facendo vivere ai lavoratori tutti, fate uscire questo decreto con buona pace di chi vi ha votato proprio in virtù di quei provvedimenti che, giunti a questo punto è certezza, non renderete attivi”.

Quota 100 non sbloccherà il turnover

Consentire il pensionamento con Quota 100 secondo il Governo dovrebbe favorire il ricambio generazionale nel mondo del lavoro. “Purtroppo non funziona così”, ha osservato su “Il Foglio” Lorenzo Borga, responsabile editoriale di Tortuga, il think-tank di studenti di economia e professionisti che ha lanciato una petizione contro l’abolizione della Fornero. “Diversi studi lo dimostrano, sul lungo periodo: maggiore occupazione tra gli ultra 55enni porta a più lavoro per i giovani, non meno. Nel mercato del lavoro uno non vale uno. Facciamo un esempio più chiaro. Nel secolo scorso abbiamo avuto un cambiamento epocale: hanno iniziato a lavorare le donne. Milioni di nuove lavoratrici, hanno forse rubato il lavoro ai colleghi uomini? No, il tasso di occupazione di entrambi i sessi è cresciuto ovunque”, ha precisato Borga.

“È vero anche che nel breve periodo alcuni effetti positivi per i più giovani dati da massicci prepensionamenti ci possono essere. La ricerca più ottimistica in merito, sull’Italia, ha ipotizzato un effetto 1 a 5: un giovane assunto ogni 5 pensionamenti anticipati. Se applichiamo questo rapporto a Quota 100, che manderà in pensione circa 300mila persone, possiamo ipotizzare circa 60mila giovani assunti (su 1,1 milioni di disoccupati). Ogni assunzione costerà circa 130mila euro all’anno allo Stato. Cosa si sarebbe potuto fare con tutti questi soldi?”, ha concluso Borga.

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