Def, audizione dei sindacati: “Il Governo certifica gli errori fatti sulle stime di crescita”

In occasione dell’audizione sul Documento di economia e finanza la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, ha dichiarato:”Nonostante il governo certifichi gli errori sulle stime di crescita e l’eccesso di ottimismo nelle valutazioni di impatto delle misure messe in campo con la legge di bilancio 2019, conferma le scelte fatte e procede con misure economiche piegate al consenso elettorale”.

“Il ministero dell’Economia non mette a fuoco tutte le cause della recessione italiana, sottovalutando il vero motivo della bassa crescita, ossia la scarsa domanda interna”, ha proseguito Fracassi: “Lo sviluppo del Paese viene affidato al ‘decreto crescita’ e allo ‘sblocca cantieri’, ovvero a incentivi e deregolazione, il cui impatto, stimato dallo stesso governo, è appena di un decimale di Pil per l’anno in corso e due decimali per il 2020”.

Il punto della Cgil

Fracassi ha messo in evidenza anche come siano “insufficienti gli investimenti pubblici per generare nuova crescita. L’esecutivo, infatti, prevede solo 1,3 miliardi per il 2020 e 1,6 per il 2021. L’incremento delle risorse dovrebbe portare programmaticamente il peso degli investimenti pubblici al 2,6 per cento del Pil nel 2022, mentre erano il 3 per cento nel 2007”.

Pochi investimenti anche per il Sud Italia: “Sembra mancare un insieme organico di politiche per il Sud, mentre si ricorre ancora a una logica di mera incentivazione finanziaria”. Per la Cgil, così come proposto assieme a Cisl e Uil nella piattaforma unitaria, serve “programmare un graduale incremento degli investimenti pubblici fino al 6 per cento del Pil per infrastrutture sociali, energetiche e digitali”.

Riforma fiscale

La Cgil boccia l’introduzione della nuova flat tax e “chiede una vera riforma fiscale, una svolta nella lotta all’evasione, e l’introduzione di un’imposta progressiva sulle grandi ricchezze”. In particolare, sulla cosiddetta ‘tassa piatta’, la Cgil sostiene che “passare da un sistema multi-aliquota, che dovrebbe essere corretto e più progressivo, a un sistema con una o due aliquote, finanziando la modifica con la riduzione delle spese fiscali, non può generare maggiori vantaggi per lavoratori e pensionati rispetto ai redditi più alti”.

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