Prestazioni assistenziali e previdenziali non applicabili agli italiani residenti all’estero

“A seguito all’introduzione del reddito e della pensione di cittadinanza nella Manovra finanziaria 2019 diventano sempre più numerose le prestazioni “assistenziali” italiane che non possono essere esportate all’estero, perché sono subordinate alla residenza in Italia. In questa nota facciamo chiarezza in merito”, hanno segnalato i parlamentari PD eletti in Europa, Laura Garavini, Angela Schirò, Massimo Ungaro.

“Nell’ambito dell’Unione Europea”, proseguono i deputati, “i regolamenti comunitari di sicurezza sociale prevedono che per l’Italia siano inesportabili (e quindi debbano essere erogate esclusivamente nel territorio italiano in base ai criteri previsti dalla legislazione italiana) le prestazioni considerate assistenziali o “non contributive”, vale a dire: l’assegno e la pensione sociale; le pensioni, gli assegni e le indennità agli invalidi civili, ai mutilati, ai sordomuti, ai ciechi civili”.

Prestazioni non esportabili all’estero

“Sono inoltre inesportabili: l’integrazione della pensione minima, l’integrazione dell’assegno di invalidità, le maggiorazioni sociali. Il trasferimento nei Paesi UE di colui che riceve una di queste prestazioni comporta la perdita del diritto alla stessa. (Per i Paesi extra-comunitari invece l’attuale normativa è più generosa perché consente l’esportabilità sia dell’integrazione al minimo, a patto che si facciano valere almeno 10 anni di contribuzione effettiva in Italia, sia delle maggiorazioni sociali)”.

“Non sono inoltre né esportabili né erogabili all’estero l’Ape sociale e l’Ape volontaria, il reddito e la pensione di cittadinanza, l’indennità di disoccupazione e le prestazioni familiari se non contemplati dagli accordi di sicurezza sociale, l’importo aggiuntivo della 13ma mensilità se si è richiesta la detassazione alla fonte della pensione”.

Prestazioni esportabili

“Sono tutte esportabili o erogabili direttamente all’estero (in ambito comunitario ed extra) invece le prestazioni previdenziali, cioè maturate con il versamento di contributi nell’ambito della carriera lavorativa e anche tramite il meccanismo della totalizzazione dei contributi in convenzione internazionale; in particolare la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata, le pensioni di invalidità e di inabilità, le pensioni ai superstiti, le pensioni “Opzione donna”, le pensioni “Quota 100” se si cessa il lavoro all’estero, etc”.

“È esportabile all’estero anche la 14ma mensilità erogata una-tantum nel mese di luglio ai nostri connazionali titolari di pensione anche in regime internazionale, anche grazie ai nostri interventi in qualità di parlamentari PD eletti all’estero”, concludono Garavini,  Schirò ed Ungaro.

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