Riforma delle pensioni: l’analisi di Cesare Damiano

L’ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano ha analizzato su “Democratica” due delle misure introdotte dal Governo con la Legge di Bilancio 2019: il taglio alle pensioni d’oro e il blocco della piena rivalutazione delle pensioni. “Passate le elezioni europee – come ha annunciato l’Inps -, arriverà a giugno il colpo per i pensionati. Sei milioni di cittadine e cittadini, il cui assegno supera i 1500 euro lordi – ossia tre volte il trattamento minimo – subiscono il taglio della rivalutazione annuale della propria pensione. Quindi, l’aumento sarà inferiore a quanto previsto dall’accordo del precedente Governo con i sindacati”, ha osservato Damiano.

“In realtà, le pensioni interessate dal taglio della perequazione lo hanno subito solo a partire dal mese di aprile 2019. Ma il taglio di gennaio, febbraio e marzo, non avvenuto, verrà attuato solo dopo le elezioni, a giugno, sottraendo, in un colpo solo, all’assegno di quel mese gli importi relativi ai primi tre mesi dell’anno.
In questo modo il “Governo del cambiamento”, con una mossa da “furbetta”, pensa di evitare il giusto risentimento di chi sta per andare a votare”, ha sottolineato l’esponente dem.

“100 milioni di euro sottratti ai consumi”

Damiano ha proseguito:”Ma non basta. Perché il Governo nasconde un altro pezzo di verità parlando di “pochi spiccioli”. Ma, se si moltiplicano quei pochi spiccioli per i 6 milioni di pensionati coinvolti, si scopre che si tratta di 100 milioni di euro sottratti ai consumi di un’economia già stagnante, come denunciano anche i sindacati.

Insomma, il Governo ha penalizzato una categoria già debole, quella dei pensionati, ridimensionando l’indicizzazione delle pensioni per finanziare altri provvedimenti. E allargando ancora la prospettiva, dal 2019 al 2021, la somma assume i suoi contorni più realistici: 3,6 miliardi di euro”.

“Un Governo che fa cassa”

“Ci troviamo di fronte a un Governo che fa cassa alla grande su pensioni non certo d’oro, dopo aver fatto sconclusionati e menzogneri proclami sul superamento della povertà. Un gioco di prestigio immorale a danno di coloro che sono più deboli ed esposti”, ha concluso Damiano.

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