Amnistia, carcere e riforma dell’ordinamento penitenziario, i commenti, gli scopi e le prospettive della riforma

Riforma dell’ordinamento penitenziario, le ultime news. Si discute ancora, adesso che il nuovo Governo sta prendendo forma, della riforma dell’ordinamento penitenziario approvata lo scorso 16 marzo. La paura dei partiti politici più votati alle elezioni del 4 marzo è che questo sia un decreto “svuota carceri”, ma in realtà l’obiettivo della riforma è un altro: con essa si vuole abbattere il tasso di recidiva attraverso un maggiore uso di misure alternative al carcere.

Queste misure anzitutto non riguarderanno chi ha commesso resti più gravi: coloro che stanno scontando una pena per mafia, terrorismo o che sono condannati al 41 bis scontreranno la detenzione all’interno delle carceri. Potranno chiedere al magistrato di sorveglianza di aderire misure alternative coloro che hanno un residuo di pena inferiore a 4 anni, e la concessione sarà valutata caso per caso.

Carceri e riforma dell’ordinamento penitenziario: gli scopi della riforma.

Lo scopo della riforma è proprio quello di abbattere il tasso di recidiva, ed è statisticamente provato che chi aderisce a misure alternative ha minori possibilità di tornare a delinquere, e si vuole inoltre rendere utile il periodo detentivo: esso non è più visto come una mera punizione, ma come possibilità di recupero e di reinserimento sociale. La popolazione carceraria, inoltre, è costituita per  il 34,1% da tossicodipendenti per i quali sarebbe più opportuno curarsi in una comunità.

Il presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin, in un’intervista al programma di Tv2000 Tgtg ha parlato della riforma è ha spiegato cosa significa affidamento in prova: “Ottenere l’affidamento in prova significa poter scontare la pena, peraltro a condizione che sia contenuta nei 4 anni, fuori dal carcere attraverso dei lavori esterni, con una attività possibilmente risarcitoria del danno e con modalità tali da poter anche imparare un mestiere, quindi in modo da reintrodurre attivamente il soggetto nella società. La semilibertà, invece, prevede sostanzialmente il rientro nel carcere per le ore notturne, compiendo una attività lavorativa all’esterno”. Qui puoi trovare tutte le ultime news su amnistia, indulto e carceri.

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