Amnistia, carceri e riforma dell’ordinamento penitenziario, le ultime news al 23 marzo 2018

Riforma dell’ordinamento penitenziario, le ultime news al 23 marzo 2018. È passata una settimana dall’approvazione della riforma del sistema penitenziario, e ancora si continua a spiegare che essa non è, a differenza di quanto affermano alcune forze politiche, un sistema “salva ladri” o “svuota carceri”. La riforma, in realtà, non annulla ai detenuti la pena, non è un provvedimento di amnistia, ma cerca di rendere la pena più umana ed in linea con quanto previsto non solo dalla Corti Europee di Giustizia e dei Diritti dell’Uomo ma anche dalla Costituzione italiana. Con la riforma alcuni detenuti potranno accedere a pene alternative alla detenzione.

Si è parlato di “alcuni detenuti“, perché a tali misure non possono accedervi chi ha commesso resti più gravi, come quelli relativi alla mafia al terrorismo ed i condannati al 41 bis, ed inoltre caso per caso sarà valutato dal magistrato di sorveglianza. Spesso inoltre, e lo confermano le statistiche, chi accede a misure alternative ha meno probabilità di tornare a delinquere: il tasso di recidiva, infatti, si abbassa rispetto a chi sconta la pena interamente in carcere.

La riforma del sistema penitenziario prevede maggiori tutele per quanto riguarda l’accesso alla sanità, sia fisica che mentale, si prevedono nuove norme per quanto riguarda l’affettività, i colloqui con i familiari, e l’utilizzo delle tecnologie informatiche all’interno del carcere.

Le ultime news dal mondo delle carceri ad oggi, 23 marzo 2018: un agente di polizia penitenziaria aggredito da un detenuto a Torino. 

Nella giornata di ieri si è verificato un nuovo caso di aggressione ai danni degli agenti di polizia penitenziaria. Nel carcere Vallette di Torino, un detenuto italiano ha aggredito un agente in servizio. Il poliziotto ha riportato diverse contusioni ed è stato portato in ospedale, dove ha avuto una prognosi di otto giorni.

A commentare il grave episodio è Leo Beneduci, il Segretario generale dell’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria: “Quanto accaduto è il risultato di una politica penitenziaria attuata in assoluto dispregio delle condizioni di lavoro del personale di Polizia Penitenziaria spesso lasciato solo nelle sezioni ad operare in assoluta ristrettezza di mezzi e di supporti anche con 100/150 detenuti alla volta e anche con detenuti di estrema pericolosità. L’episodio di Torino dimostra, fuori da qualsiasi dubbio, quali siano i rischi concreti di chi è costretto a rendere in tali condizioni un servizio nell’interesse della collettività. Oltre al disinteresse dimostrato ampiamente dal Ministro della Giustizia uscente Orlando, anche l’amministrazione penitenziaria della quale già da tempo si è richiesto l’avvicendamento dei vertici sta dimostrando assoluto disinteresse per il preoccupante andamento della gestione delle carceri”. Qui puoi trovare tutte le ultime news su amnistia, indulto e carceri.

Informazioni sull'autore