Amnistia e indulto, carceri e detenuti: gli episodi di violenza a S. Angelo dei Lombardi e la tentata evasione a Salerno

Un nuovo episodio di violenza si è verificato nelle carceri italiane. Nell’istituto penitenziario irpino S. Angelo dei Lombardi è scoppiata una rissa tra un gruppo di detenuti albanesi ed un gruppo di detenuti italiani, probabilmente per imporre la propria supremazia all’interno della sezione detentiva.

La rissa è degenerata, ma per fortuna è stato evitato il peggio grazie al pronto intervento del personale di polizia penitenziaria. Per i cinque detenuti italiani è stato necessario il trasporto in ospedale in quanto gli albanesi li hanno colpiti con ferocia con i piedi dei tavoli.

A commentare l’episodio è Donato Capece, Segretario Generale del SAPPE: “È sintomatico che negli ultimi dieci anni ci sia stata un’impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni ’90 sono passati oggi ad essere quasi 20mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d’origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia. Il dato oggettivo è però un altro: le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino ad oggi assai contenute, oserei dire impercettibili. E credo si debba iniziare a ragionare di riaprire le carceri dismesse, come l’Asinara e Pianosa, dove contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”.

Le ultime news dal mondo delle carceri: un detenuto evade a Salerno.

A Salerno un giovane detenuto di appena vent’anni è evaso dal carcere di Fuorni. Il ragazzo stava scontando una pena per maltrattamenti in famiglia, ed è evaso, dirigendosi verso ma stazione dei treni. A darne la notizia ed a spiegare la dinamica della cattura è Donato Capece, il segretario generale del Sappe: “Dopo un concitato inseguimento, il giovane è stato bloccato dai colleghi della polizia penitenziaria presso la stazione ferroviaria della città e subito riaccompagnato presso l’Istituto Penitenziario”.

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