Il caso di un giovane detenuto affetto da problemi fisici e mentali. Un ragazzo di 24 anni è recluso nella casa di lavoro di Vasto, in provincia di Chieti, nonostante le sue condizioni fisiche e mentali siano state dichiarate incompatibili con la permanenza in carcere dal il giudice di Sorveglianza di Pescara. Il ragazzo soffre di epilessia cronica e di una schizofrenia paranoide.
Il detenuto inoltre, come spiega Patrizio Gonnella dell’associazione Antigone, “ha subito un tracollo psichico dopo essere stato condotto presso la Casa di lavoro, sviluppando una gravissima depressione, con una totale dissociazione dalla realtà, un quadro delirante e tendenze suicide“. Al il detenuto, però, non è stato concesso il trasferito in una struttura idonea ai suoi problemi di salute mentale in quanto nella Regione Lazio non ci sarebbero posti liberi in nessun Rems. L’avvocato del giovane lancia un campanello d’allarme: il detenuto deve uscire al più presto dal carcere, in quanto il rischio che possa pensare di togliersi la vita è elevato.
Un detenuto muore per un tumore al pancreas, la famiglia chiede giustizia.
I figli del detenuto morto per tumore al pancreas nel carcere di Bellizzi Irpino hanno denunciato la non tempestiva diagnosi del cancro che ha portato il padre alla morte, e ha chiesto un risarcimento. L’uomo, condannato a 4 anni di reclusione, chiese, attraverso il suo avvocato, gli arresti domiciliari a causa di gravi condizioni di salute: egli era, infatti, afflitto da diabete e cardiopatia, ma la richiesta fu rigettata.
Nel corso del tempo, però, le condizioni del detenuto si sono aggravate: ha iniziato a lamentare forti dolori addominali e solo dopo un anno il detenuto è stato sottoposto ad ecografia addominale e, solo successivamente, ad una tac che evidenziò il cancro. I domiciliari, però, furono concessi solo quando le condizioni del detenuto erano oramai gravissimi, ed infatti egli è morto dopo soli due mesi. Qui puoi trovare tutte le ultime news su amnistia, indulto e carceri.