Nel carcere milanese Opera i detenuti denunciano una situazione paradossale: la struttura penitenziaria è piena di topi. I detenuti hanno scritto una lettera per raccontare dell’assurda situazione, e leggiamo di un caso che fa davvero rabbrividire. Un detenuto malato di cancro è stato morso da un topo. Ma non è tutto.
Ad un detenuto di 44 anni, condannato in primo grado con il rito abbreviato per associazione a delinquere, dopo una serie di accertamenti medici è stato diagnosticato un cancro, un linfoma del tipo non-Hodgkin. Essendo un linfoma, questo cancro non è operabile ma si cura con la chemioterapia. Il detenuto aveva quindi chiesto i domiciliari, in quanto le sue condizioni non risultavano compatibili con il carcere, ma gli sono stati negati in quanto, per i giudici del riesame, la detenzione non palesa insuperabili problematiche connesse alla patologia.
La drammatica disavventura di un detenuto oncologico nel carcere Opera.
Le cure chemioterapiche, però, abbassano le difese immunitarie, e la detenzione comporta un elevato rischio di complicanze infettive, in particolar modo in presenza di topi: il detenuto, infatti, nello scorso aprile è stato morso da un ratto. Anche dopo questo spiacevole episodio il detenuto è rimasto in carcere, nonostante avesse mostrato il morso ed il topo al medico curante, che gli ha somministrato una puntura antitetanica e gli ha prescritto una cura di antibiotici. Il riesame si è solo limitato a prendere atto delle dichiarazioni del detenuto.
L’avvocato che assiste il detenuto malato, Giuseppe Gervasi, ha criticato aspramente la decisione dei giudici: “È grave che il Tribunale si limiti a ‘prenderne atto’ e a dire che il problema è stato superato dall’antitetanica senza preoccuparsi di svolgere accertamenti sull’episodio e sulla presenza di topi a Opera.”. La difesa ha intanto presentato ricorso in Cassazione. Qui puoi trovare tutte le ultime news su amnistia, indulto e carceri.