Il Vice Presidente del Consiglio Luigi Di Maio è tornato a parlare di Iva. “Avevo promesso a marzo che l’Iva non sarebbe aumentata nel 2018 e non è aumentata. Ve lo prometto qui che non aumenterà neppure nel 2019″, ha dichiarato nel corso di un comizio a Bari. Per evitare l’aumento dell’Iva, Di Maio promette una stretta all’evasione fiscale. “In un paese in cui ci sono 300 mld di euro di evasione fiscale i soldi per disinnescare qualche decina di miliardi di euro di Iva si trovano e li troviamo, sopratutto dai grandi evasori che non sono solo a livello italiano. L’Iva non aumenta, non deve aumentare e non si fanno giochi”, ha dichiarato il ministro per lo Sviluppo economico.
A proposito delle Province ha precisato: “Per me possono scomparire per come hanno lavorato in questi anni”. “Togliamo quelle competenze – come scuole e strade – alle Province e diamole ai Comuni e alle Regioni, così i soldi che ci guadagniamo con quei trasferimenti li mettiamo su scuole e strade che andranno meglio”, ha aggiunto.
Il punto di Cesare Damiano
Cesare Damiano, dirigente del Partito democratico, ha così commentato le dichiarazioni di Di Maio: “Fa piacere che Di Maio insista nel sostenere che non si ‘aumenterà l’Iva per finanziare altri provvedimenti’, ad esempio l’iniqua flat tax di Salvini”. “Ma noi”, ha continuato, “non gli crediamo, soprattutto perché nel recente passato il Governo ha già penalizzato una categoria debole, i pensionati, ridimensionando l’indicizzazione delle pensioni per finanziare altri provvedimenti”.
Mancata perequazione
La mancata perequazione delle pensioni, ha proseguito Damiano, è “uno scherzetto che ruba dalle tasche dei pensionati, dal 2019 al 2021, la bella somma di 3,6 miliardi di euro. Dunque, pensioni più povere, a partire da tre volte il minimo (1.500 euro lordi mensili), e meno rivalutate rispetto all’andamento del costo della vita”. “Ma non dovevamo eliminare la povertà e migliorare il potere d’acquisto di salari e pensioni?”, ha concluso Damiano.