Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge sulla legittima difesa, il cui disegno di legge era stato approvato in terza lettura al Senato il 28 marzo 2019. Il capo dello Stato, ha però inviato contemporaneamente anche una lettera ai Presidenti del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, della Camera, Roberto Fico, e al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ponendo alcune osservazioni della condizione di necessità, sul concetto di “grave turbamento” e sugli articoli 3 e 8.
Leggitima difesa, le criticità evidenziate da Sergio Mattarella nella lettera inviata al premier Conte e ai presidenti delle due Camere, Fico e Casellati
“Va preliminarmente sottolineato che la nuova normativa non indebolisce né attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini, esercitata e assicurata attraverso l’azione generosa ed efficace delle Forze di Polizia“, ha scritto il presidente della Repubblica nella lettera inviata ai presidenti del Senato e della Camera e al presidente del Consiglio.
“L’art.2 della legge, modificando l’art.55 del codice penale – ha aggiunto il capo dello Stato – attribuisce rilievo decisivo ‘allo stato di grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto’: è evidente che la nuova normativa presuppone, in senso conforme alla Costituzione, una portata obiettiva del grave turbamento e che questo sia effettivamente determinato dalla concreta situazione in cui si manifesta“.
E ancora si legge nella lettera inviata dal capo dello stato: “Devo rilevare che l’articolo 8 della legge stabilisce che, nei procedimenti penali nei quali venga loro riconosciuta la legittima difesa ‘domiciliare’, le spese del giudizio per le persone interessate siano poste a carico dello stato, mentre analoga previsione non è contemplata per le ipotesi di legittima difesa in luoghi diversi dal domicilio”.