Oggi domenica 22 aprile 2018 si celebra la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Ascoltare, ascoltarsi, discernere: assomiglia a un gioco di enigmistica, è come stare davanti alla propria vicenda e alla storia dell’altro come per unire i puntini in un tracciato ancora non del tutto chiaro, ma del quale si può intuire il senso.
A Sua immagine: la puntata speciale di oggi domenica 22 aprile 2018 per la Giornata Mondiale di Preghiera per le vocazioni.
In occasione della 55esima Giornata Mondiale di Preghiera per le vocazioni, “A Sua Immagine” di domenica 22 aprile, in onda alle 10.30 su Rai1, dedicherà la puntata proprio a questo. In studio, con Lorena Bianchetti don Luigi Verdi, fondatore della Fraternità di Romena e Chiara Gambino, psicoterapeuta.
Lo slogan biblico che ispira il cammino vocazionale della Chiesa Italiana è “Dammi un cuore che ascolta” e tante saranno le storie che verranno raccontate, sia in studio che nei servizi filmati: chi ha trovato la sua strada e la fede attraverso la professione medica, chi sceglie di fare famiglia ma anche di andare in missione, chi ha scoperto il senso più profondo della sua esistenza percorrendo il Cammino di Santiago.
La Santa Messa dalla Cattedrale di Perugia e il Regina Coeli di Papa Francesco di oggi domenica 22 aprile 2018.
Alle 10.55 la linea passa alla Santa Messa, come sempre in onda in diretta su Rai1. La celebrazione eucaristica di questa settimana verrà trasmessa dalla Cattedrale di Perugia, la regia della ripresa televisiva sarà di Gianni Epifani, mentre il commento sarà di Simona De Santis. Alle 12.00 si è celebrato il Regina Coeli recitato da Papa Francesco in piazza San Pietro.
La liturgia della quarta domenica di Pasqua nel Regina Coeli di Papa Francesco di oggi domenica 22 aprile 2018.
Ci spiega Papa Francesco nell’omelia di oggi domenica 22 aprile 2018:”La Liturgia di questa quarta Domenica di Pasqua prosegue nell’intento di aiutarci a riscoprire la nostra identità di discepoli del Signore Risorto. Negli Atti degli Apostoli, Pietro dichiara apertamente che la guarigione dello storpio, operata da lui e di cui parla tutta Gerusalemme, è avvenuta nel nome di Gesù, perché «in nessun altro c’è salvezza».
In quell’uomo guarito c’è ognuno di noi – quell’uomo è la figura di noi: noi siamo tutti lì –, ci sono le nostre comunità: ciascuno può guarire dalle tante forme di infermità spirituale che ha – ambizione, pigrizia, orgoglio – se accetta di mettere con fiducia la propria esistenza nelle mani del Signore Risorto. «Nel nome di Gesù Cristo il Nazareno – afferma Pietro – costui vi sta innanzi risanato». Ma chi è il Cristo che risana? In che cosa consiste l’essere risanati da Lui? Da che cosa ci guarisce? E attraverso quali atteggiamenti?
La risposta a tutte queste domande la troviamo nel Vangelo di oggi, dove Gesù dice: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore». Questa autopresentazione di Gesù non può essere ridotta a una suggestione emotiva, senza alcun effetto concreto! Gesù risana attraverso il suo essere pastore che dà la vita. Dando la sua vita per noi, Gesù dice a ciascuno: “la tua vita vale così tanto per me, che per salvarla do tutto me stesso”. È proprio questo offrire la sua vita che lo rende Pastore buono per eccellenza, Colui che risana, Colui che permette a noi di vivere una vita bella e feconda”.
Papa Francesco:”Gesù ci risana e rende la nostra vita felice e gioiosa”.
Sottolinea il Pontefice:”La seconda parte della stessa pagina evangelica ci dice a quali condizioni Gesù può risanarci e può rendere la nostra vita gioiosa e feconda: «Io sono il buon pastore – dice Gesù – conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre».
Gesù non parla di una conoscenza intellettiva, no, ma di una relazione personale, di predilezione, di tenerezza reciproca, riflesso della stessa relazione intima di amore tra Lui e il Padre. È questo l’atteggiamento attraverso il quale si realizza un rapporto vivo con Gesù: lasciarci conoscere da Lui. Non chiudersi in sé stessi, aprirsi al Signore, perché Lui mi conosca.
Egli è attento a ciascuno di noi, conosce in profondità il nostro cuore: conosce i nostri pregi e i nostri difetti, i progetti che abbiamo realizzato e le speranze che sono andate deluse. Ma ci accetta così come siamo, anche con i nostri peccati, per guarirci, per perdonarci, ci guida con amore, perché possiamo attraversare sentieri anche impervi senza smarrire la via. Ci accompagna Lui.
A nostra volta, noi siamo chiamati a conoscere Gesù. Ciò implica un incontro con Lui, un incontro che susciti il desiderio di seguirlo abbandonando gli atteggiamenti autoreferenziali per incamminarsi su strade nuove, indicate da Cristo stesso e aperte su vasti orizzonti. Quando nelle nostre comunità si raffredda il desiderio di vivere il rapporto con Gesù, di ascoltare la sua voce e di seguirlo fedelmente, è inevitabile che prevalgano altri modi di pensare e di vivere che non sono coerenti col Vangelo.
Maria, la nostra Madre ci aiuti a maturare una relazione sempre più forte con Gesù. Aprirci a Gesù, perché entri dentro di noi. Una relazione più forte: Lui è risorto. Così possiamo seguirlo per tutta la vita. In questa Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni Maria interceda, perché tanti rispondano con generosità e perseveranza al Signore che chiama a lasciare tutto per il suo Regno“, conclude Papa Francesco. Qui trovi tutte le ultime notizie su Papa Francesco.