Pensioni, lavori di cura e gap di genere, oggi 2 febbraio 2018: il manifesto del Movimento Opzione Donna

Riforma delle pensioni 2018: il manifesto del Movimento Opzione Donna. Con l’avvicinarsi delle elezioni politiche, il Movimento Opzione Donna ha stilato un programma nel quale vengono indicati alcuni interventi a favore delle donne, che si vorrebbero vedere inseriti nei programmi di governo delle forze politiche impegnate nella competizione elettorale. Il punto nodale del programma è il raggiungimento della “parità” e della “specificità di genere”. Per portare avanti iniziative a favore delle donne, per il Movimento Opzione Donna occorre “avviare un programma in cui le donne siano finalmente protagoniste con il loro contributo originale”. In quest’ottica, per il gruppo nato in rete, occorre affrontare il tema delle pensioni al femminile.

Pensioni al femminile  e parità di genere: il programma del Movimento Opzione Donna.

Il Movimento Opzione Donna ritiene che, al fine di avviare un reale cambiamento, sia “strategico definire un piano di azione nazionale vincolante da attuare che realizzi pienamente due obbiettivi indicati rispettivamente a Nairobi e a Pechino: intraprendere azioni costituzionali e legali e creare meccanismi istituzionali per favorire il progresso delle donne. Dunque un programma che dia peso ed opportunità alle Donne permettendo ad esse, in primo luogo, di esserci, almeno al pari degli uomini, senza dover rinunciare alle loro preziose specificità, a tutt’oggi ancora svalutate e trascurate”.

“Vanno approntate con urgenza misure per contrastare a monte la segregazione di genere nel lavoro ed il gap retributivo di genere (ad es. attraverso incentivi per le aziende che non discriminano).Vanno normati i limiti effettivi da opporre ai comportamenti preclusivi verso le donne”, hanno sottolineato Lucia Rispoli e Teresa Ginetta Caiazzo, amministratrici del Movimento Opzione Donna, per le quali:”E’ necessaria un’armonizzazione tra “ tempi di vita” e tempi di lavoro”. La sola conciliazione tra essi comporta una semplicistica sommatoria dei tempi , se non una loro disumana “dilatazione”. E’ indispensabile pertanto definire una scala di valori riferiti alla qualità e alla quantità del tempo. Il tempo delle donne non può essere illimitato e soprattutto impiegato in prevalenza in attività solo faticose e non gratificanti “di servizio”, anche al fine di poter vivere e lavorare in buona salute. Il lavoro delle donne “dev’essere quantificato e qualificato”.

Il Movimento Opzione donna, propone “di affidare alle donne la gestione di un ambito culturale e politico strategico per il nostro Paese, ribaltando il concetto di “cura” al di là e ben oltre l’ambito socio-familiare privato nel quale essa è stata finora relegata come attitudine femminile”. “Affidare alle donne la cura della qualità ambientale a tutto tondo, fare una coraggiosa ed opportuna scelta di genere, che finalmente dia presenza e rappresentatività determinante alle donne almeno in uno specifico ambito di competenza, significa”, per il Movimento Opzione Donna, “aprirsi realmente ad un’opportunità storica che va assolutamente colta”

Pensioni al femminile, proroga di Opzione donna la 2018.

Lucia Rispoli e Teresa Ginetta Caiazzo, ritengono che la questione della previdenza femminile sia “divenuto un tema urgente da affrontare per l’assurda condanna decretata nei confronti delle donne dalla riforma Fornero e per la successiva colpevole scelta di inerzia e l’ulteriore danno procurato ad esse negli ultimi anni dal governo uscente”.

“Il governo uscente ha peggiorato ancor di più la condizione delle donne non solo decidendo arbitrariamente di non prorogare Opzione Donna, unica misura che permetteva un accesso più equo per le donne alla pensione, ma ha addirittura avviato iniziative ghettizzanti, di tipo assistenziale e non previdenziale, rivolte ad una platea ridottissima di donne sessantatreenni, disoccupate ed in particolare stato di bisogno, uniche a poter anche beneficiare di una “forma di risarcimento” al lavoro di “cura” e alla maternità. Questo senza considerare minimamente che tale lavoro è condotto per l’intera vita su più fronti da tutte le donne”, hanno affermato le amministratrici del Movimento Opzione Donna.

Rispoli e Caiazzo hanno aggiunto:”Quello di Opzione Donna è un caso in cui la norma non è stata applicata nell’ interesse delle donne, com’era doveroso e dovuto. Si è solo mirato alla conclusione impropria ed immotivata della sperimentazione. C’è stata una gestione arbitraria e non trasparente dei fondi, è stata inserita la “cristallizzazione” come diritto generalizzato provocando danno alle vere potenziali optanti a cui non sono seguiti i necessari approfondimenti e revisioni, non è stata condotta l’indagine sull’impatto della sperimentazione obbligatoria per legge”.

Pertanto il Movimento Opzione Donna continua a chiedere le proroga di Opzione donna al 2018, “come diritto che è stato negato alle donne perché si giunga al più presto alla sua necessaria approvazione” e l’introduzione e la regolamentazione di una flessibilità “nell’accesso alla pensione delle Donne che garantisca in maniera permanente la possibilità per esse di uscire dal mondo del lavoro non oltre i sessant’anni”.Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.

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