Riforma delle pensioni 2018 e proroga di Opzione donna: il punto del Comitato Opzione Donna Social

Riforma delle pensioni e programmi elettorali: il commento di Orietta Armiliato.  Orietta Armiliato, amministratrice del gruppo nato in rete “Comitato Opzione Donna Social”, ha esternato le sue considerazioni circa le varie proposte di modifica del sistema previdenziale presenti nei programmi elettorali delle varie forze politiche. “I programmi elettorali proposti, quasi tutti frutto dei desiderata degli elettori raccolti nelle piazze, piuttosto che di provvedimenti mirati e realisticamente attuabili (fate un banale esercizio tipo lista della spesa e potrete rendervene conto da soli senza l’aiuto degli economisti) fanno parte di un programma appunto, che si svilupperà nell’arco della durata di tutta la legislatura”, ha affermato Armiliato.

“Qualcuno si spinge a pronosticare qualche priorità ma, nessuno ha declinato un timing per ogni provvedimento proposto così come nessuno ha stilato una puntuale e concreta nota che riporti la relativa copertura economica per ogni capitolo annunciato, salvo invocare un ulteriore ricorso al deficit che, ben sappiamo, quali essere poi gli strumenti per ripianarlo…”, ha aggiunto.

Riforma delle pensioni e proroga di Opzione donna.

In tema di pensioni e di Opzione donna, l’amministratrice del CODS ha osservato:”Per rimanere esclusivamente sul tema previdenza e specificatamente sul tema delle pensioni per le donne troviamo, ad esempio, in quasi ogni programma elettorale la presenza della misura dell’Opzione Donna ma, non uno dei proponenti, ne ha specificato il COME ed il QUANDO”. “L’unica definizione (comunque non chiara) è arrivata dal PD tramite alcune agenzie rilasciate da Cesare Damiano che fa intendere un impegno a fare in modo che, se esistenti, si possano utilizzare le eccedenze derivanti dal fondo costituito per coprirne l’utilizzo delle aventi diritto”, ha sottolineato.

Per Armiliato:”Nelle logiche, parrebbe l’unica strada percorribile per riattivare in una qualche maniera la misura, non certo lo sarebbe considerare il superamento dell’insuperabile esercizio del diritto soggettivo che la norma porta con se così come da leggi vigenti ma, unicamente, chiedendo a MdL, MEF ed Inps una revisione e conseguente attualizzazione del calcolo iniziale, alla luce dei dati a consuntivo che potrebbero evidenziare un surplus re-impiegabile per una estensione dell’istituto in oggetto”. Per “surplus”, viene chiarito, “si intende “aver sovrastimato il costo pro-capite della platea avente diritto con conseguente maggior accantonamento rispetto al costo reale (esempio aver considerato un importo da erogare pari ad €1.000,00 medio/mensile per lavoratrice anziché €950,00). In questo modo non si andrebbe a toccare nulla rispetto al diritto soggettivo ma si aggiusterebbe solo una posta di bilancio eccessivamente stimata”.

L’amministratrice del Comitato Opzione Donna Social conclude:”Faccio presente che noi del CODS, in tempi non sospetti, prospettammo e suggerimmo questa soluzione (vedasi pubblicazioni sull’argomento scorrendo la pagina) consapevoli, però, che una estensione così prospettata potrebbe accogliere un numero davvero limitato di lavoratrici. Per il resto….sarà poi facile per tutti i partiti proponenti gettare contro la RgS, le Commissioni Bilancio di Camera e/o Senato e quindi il MEF, la responsabilità di non voler avallare quanto da loro proposto, per carenza degli ammontari necessari alle indispensabili coperture economiche”. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.

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